Ai giovani fa paura la pensione, il 40 per cento ha un lavoro intermittente

Loading

E il 30%, riferisce il Censis, si aspetta una pensione di base inferiore alla meta’ del reddito attuale. Tra i giovani lavoratori non aderenti alla previdenza complementare il 36% e’ disposto a farlo, anche se ora preferisce aspettare.

“Quando si pensa alla pensione a prevalere e’ la paura”, sottolinea la ricerca. Paura di perdere il lavoro e non riuscire a versare i contributi (34,3%), o di diventare precari e quindi di poter versare i contributi solo in modo saltuario (32,7%). Gia’ oggi il 39,4% dei giovani lavoratori ha un percorso contributivo discontinuo a causa di lavori precari o impieghi senza versamenti pensionistici. Solo il 23,5% dei lavoratori italiani ritiene che andra’ in pensione all’eta’ desiderata. Il 25% pensa che andra’ in pensione dopo i 70 anni. Pensa che andra’ in pensione tra i 67 e i 69 anni il 18,2% dei lavoratori. Ma solo il 5,2% dei maschi e il 3,4% delle donne vorrebbero andare in pensione dopo i 70 anni. Il 31,2% desidererebbe andare in pensione addirittura prima dei 60 anni (il 25,9% dei maschi e il 37,5% delle donne), il 46% tra 60 e 63 anni (il 46,5% dei maschi e il 45,6% delle donne) e solo il 10% degli autonomi vorrebbe andare in pensione dopo i 70 anni, cosi’ come il 2,5% dei dipendenti privati e il 2,1% degli impiegati pubblici.

Anche i dipendenti pubblici cominciano a temere. Pensando alla pensione futura, anche il 21,4% dei dipendenti pubblici teme di perdere il lavoro e di non riuscire a versare i contributi, il 24,1% di finire nel precariato e di poter versare i contributi solo in modo intermittente, il 21,3% ha paura di non avere abbastanza reddito per finanziare forme integrative della pensione pubblica. (DIRE)

 

© Copyright Redattore Sociale


Related Articles

Il lato oscuro della sharing economy

Loading

Più che alla sharing economy il lavoro “uberizzato” fa venire in mente una versione tecnologica del mercato delle braccia

I lavoratori Jabil fermano i tir del padrone

Loading

Un finale così la multinazionale statunitense Jabil probabilmente non se l’aspettava.

Il Fondo Monetario promuove Renzi e resta in attesa dei compiti a casa

Loading

Austerità. «Per crescere ci vuole una riforma del lavoro con più flessibilità». L’ex ministro del lavoro Treu: «Nel Jobs Act non c’è il contratto unico ma un contratto di entrata senza rigidità»

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment