“Rimborsi per cene e creme per il corpo” al Pirellone nei guai anche il centrosinistra

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MILANO — Tra le ricevute che i finanzieri stanno controllando ce n’è perfino una che riguarda un convegno sui costi della politica. A uno dei relatori dell’incontro, organizzato dal Pd e intitolato “Poltrone d’oro”, è stato pagato il pernottamento in hotel, costo 105 euro, rimborsati dalla Regione. L’ordine della procura è verificare — per questa come per altre spese — se sono attinenti alle finalità  istituzionali dell’ente.
Ora i documenti sono in mano alla Guardia di finanza, che ieri ha ritirato al Pirellone la contabilità  sui rimborsi dei gruppi di minoranza: Pd, Idv, Sel, Udc e Pensionati.
È iniziata così la fase due dell’inchiesta dei pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio e del procuratore aggiunto Alfredo Robledo. Un’indagine che, partita dalle mazzette all’ex assessore regionale Pdl Franco Nicoli Cristiani, si è estesa poi alle spese rimborsate dai consiglieri, portando all’iscrizione nel registro degli indagati, per peculato, di 62 consiglieri del centrodestra. La stessa accusa potrebbe scattare nei confronti dei consiglieri di minoranza se, dai controlli del materiale acquisito ieri, emergessero irregolarità .
Un timore che tormenta anche l’opposizione, finora mai toccata — a parte l’ex Pd Filippo Penati — dalle indagini che invece hanno portato alla caduta del governatore Roberto Formigoni. Sel e Idv hanno subito reso pubblici i loro scontrini, mentre il Pd lombardo ha avviato sul suo sito un’operazione trasparenza, rendendo note le spese del 2012. In quest’anno il partito di Bersani dichiara uscite per 355mila euro. Quelle “delicate” — su cui si concentreranno le attenzioni dei pm — sono le “spese di rappresentanza e trasporti”, 35mila euro, e i 99mila euro per le attività  di espletamento del mandato.
E così i democratici dovranno dimostrare la “finalità  istituzionale” dei 960 euro spesi in “cadeau” — creme e altri prodotti per il corpo — per la festa della donna. Un evento, questo particolarmente caro al centrosinistra: l’Idv ha dichiarato, per esempio, 300 euro per “mazzolini di fiori” in occasione, l’8 marzo, dell’evento “Donne di valori”. Lo stesso giorno, il Pd ne ha spesi solo cento in mimose, ma in compenso altri 615 euro sono serviti per il pranzo dedicato alle collaboratrici del gruppo. Tra le consumazioni alimentari democratiche — rimborsate per un totale di quasi 20mila euro in un anno — figurano, oltre ai dolci e le tartine per i coffee break nei convegni e svariati pranzi, anche 275 euro per un “aperitivo a Legnano”. Una voce consistente, nel capitolo uscite, sono le consulenze — fino a 26mila euro — i viaggi (in Saharawi e a Londra), le pubblicazioni (una addirittura da 9360 euro), gli affitti per le sedi istituzionali dei singoli rappresentanti. E i pernottamenti: molti consiglieri che abitano lontano da Milano — questa è la giustificazione — spesso si trattengono in città  per la notte dopo i lavori del consiglio.
Dall’analisi degli scontrini si capirà  se emergeranno casi abnormi come i 52mila euro in cene, pranzi e taxi tra il 2008 e il 2010 contestati a Francesco Fiori, Pdl, interrogato ieri dal pm D’Alessio. O i 13mila euro devoluti in cd e iPhone che l’ex assessore Raffaele Cattaneo — anche lui sentito ieri come l’ex sindaco di Milano Giampiero Borghini — assicura fossero destinati ai suoi collaboratori.


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