Spesa dei fondi Ue l’Italia torna virtuosa

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BRUXELLES — L’Italia comincia a recuperare il tempo perduto nella spesa dei fondi strutturali dell’Unione europea, guadagnando posizioni nella graduatoria dei 27 Paesi. Solo nel 2011 ne spendeva il 18 per cento contro una media europea del 30, poco più della metà , attestandosi come fanalino di coda insieme alla Romania. Nel 2012 la situazione è cambiata, con una spesa sempre al di sotto della media, ma balzata al 40 per cento rispetto a un tasso medio del 46. Sono i dati riferiti all’Ansa da fonti della Commissione europea.
Nel solo 2012 l’Italia ha “mosso” 9 miliardi di euro, una cifra pari a quanto speso in ben cinque anni precedenti, tra il 2007 e il 2011, come confermato anche dal ministro uscente per la Coesione territoriale Fabrizio Barca. Complessivamente la dotazione ammonta fino al 2016 a circa 60 miliardi di euro che servono a finanziare infrastrutture, formazione, interventi per il sociale, occupazione, istruzione.
Questa efficienza, seppur tardiva, si può spiegare con il sistema di controllo, che rende vincolanti le scadenze. Ma pesano anche la maggiore flessibilità  e la collaborazione con la Commissione che ha inviato alcuni suoi esperti presso le amministrazioni regionali – campane e siciliane, ad esempio – per un supporto. Tra le Regioni, la Calabria continua a presentare le maggiori difficoltà : nel 2011 la Commissione ha sospeso le sue erogazioni, dopo che le autorità  deputate alla sorveglianza hanno rilevato debolezze nel sistema di verifica e gestione.
Quanto al dato sulle frodi comunitarie (pari allo 0,2 per cento) e quello sugli errori ammini-strativi (7 per cento), l’Italia si pone più o meno nella media dei 27 Paesi Ue. Ora la proposta di riforma della Commissione Ue sulla Politica di coesione, che si spera di adottare entro l’estate, può migliorare ulteriormente le cose. La nuova strategia chiede alle Regioni di focalizzare la propria azione su un numero limitato di voci su cui coinvogliare gli investimenti; e di monitorare lo stato di avanzamento verso il target con un sistema di sanzioni ancora più rigide.


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