Unipol-Fonsai, ci sono 2.200 esuberi: sindacati in allarme
L’azienda conta così di risparmiare, secondo i sindacati, circa 130 milioni di euro nei prossimi tre anni. E sono sempre i sindacati a dettagliare meglio la cifra dei 2.200 esuberi. Perché una metà , stima la Fisac Cgil, dovrebbe essere ceduta assieme al miliardo e 700 milioni di euro di portafoglio assicurazioni che il gruppo deve vendere ad altri marchi per rispettare gli impegni presi con l’Antitrust.
Operazione che dovrebbe avvenire con la cessione di un ramo d’azienda attraverso il gruppo Milano Assicurazioni e riguardare soprattutto chi lavora nell’area milanese. Degli altri 1.100, 900 potrebbero essere accompagnati alla pensione attraverso il fondo di sostegno al reddito. Ed è questo che preoccupa i sindacati. «Cosa succede agli altri 200? Non hanno voluto mettere nero su bianco che non licenzieranno. E chi ci dice che i compratori vorranno tutti i dipendenti?», chiede la Cgil.
Ad alimentare i timori dei lavoratori anche il fatto che a dicembre Unipol non ha rinnovato un accordo che da anni regolava i trasferimenti su base volontaria e non consentiva licenziamenti. I dettagli dell’operazione, insomma, sono ancora incerti e dipenderanno in gran parte dalla discussione coi possibili compratori e coi sindacati (un altro incontro è fissato per l’inizio di febbraio). Quello che è ben chiaro da ieri, invece, è l’entità della cura dimagrante che Unipol affronterà per diventare l’ottavo gruppo assicurativo d’Europa e il secondo in Italia dopo Generali.
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