Ior, scontro Bertone-Sodano giallo sul presidente belga scelto dai cacciatori di teste

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CITTà€ DEL VATICANO — Il vecchio Papa esce di scena, e a arriva a sorpresa il nuovo presidente dello Ior. Un passaggio quasi irreale, mentre cala il sipario — e in che modo inedito — sul Pontificato di Joseph Ratzinger. Ma agli scenari più inattesi il Vaticano ha abituato tutti, da secoli. E ora l’arrivo del successore di Ettore Gotti Tedeschi sembra essere in programma addirittura prima che Benedetto XVI lasci definitivamente il suo Appartamento.
Solo che l’accelerazione improvvisa impressa a questa nomina, da parte del segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, trova resistenze sia sul piano dell’opportunità  temporale della scelta, sia sui nomi in lizza. Risolvendosi per ora in un pasticcio, l’ennesimo, che per tutta la giornata di ieri ha causato una ridda di ipotesi, alcune autorevolmente smentite dalla Sala stampa vaticana, che hanno infine generato parecchia confusione.
Il giallo sulla scelta del nuovo numero uno all’Istituto per le opere di religione è maturato ieri, quando a fine mattinata per prima l’Adnkronos, e a seguire altre agenzie di stampa, battevano la notizia dell’avvenuta nomina del belga Bernard De Corte, esperto di finanza e di borsa, alla testa dello Ior. Una notizia smentita subito dopo, nel corso del consueto briefing per i giornalisti in Sala stampa vaticana dal portavoce papale, padre Federico Lombardi. «A me non risulta che il professor De Corte sia il nuovo presidente dello Ior — spiegava Lombardi, invitando i media alla prudenza — se poi scrivete cose sbagliate perché non aspettate la comunicazione non è colpa mia. Confermo che la decisione è imminente, ma non è una gara al primo che indovina ». Dietro la cautela del gesuita, si cela in realtà  una complessa partita curiale che catalizza le tensioni già  emerse ai tempi di Vatileaks — con lo scontro fra i cardinali Bertone e Attilio Nicora sulla strategia per adeguare il Vaticano agli standard internazionali sull’antiriciclaggio — e non sopite dalle dimissioni del Papa.
Che cos’è accaduto? Secondo fonti interne alla Santa Sede, un incontro informale svoltosi fra Bertone e il suo predecessore, il cardinale decano Angelo Sodano, e avvenuto un paio di giorni prima dell’annuncio shock delle dimissioni del Papa, si sarebbe infatti risolto con un nulla di fatto. I due pezzi da novanta sono rimasti, a proposito del caso, su fronti opposti. Con il primo a cercare di stringere sulla nomina del successore di Gotti Tedeschi. E il secondo a frenare, non considerando opportuno un passo così importante a pochi giorni dalla conclusione del pontificato di Benedetto XVI, ritenendo invece più opportuno attendere una decisione da parte del nuovo Papa.
Per molti osservatori il nome di De Corte è apparso una sorpresa totale. Al punto che qualche agenzia lo ha definito addirittura nel titolo «il banchiere invisibile». De Corte è comunque un esperto di alta finanza, ha lavorato in diverse società  d’investimento private: alla Wereldhave Belgium, in cui è stato direttore fino al 10 maggio del 2011, si è occupato di investimenti immobiliari; in Brederode, che aveva lasciato nel 2007, è stato a capo della sotto-società  Afrifina (African finance and investment analytics)
che si occupa prevalentemente di compagnie che lavorano nel business dell’acqua e dell’energia; con Copeba, società  privata che si occupa di investimenti con un valore stimato di circa 1,2 miliardi di euro, si è occupato anche di affari imperniati su shopping center e uffici. Non esattamente lo stesso settore in cui potrebbe lavorare alla banca del Vaticano.
Alla precisa smentita di Lombardi seguivano poi, in serata, nuove indiscrezioni che proponevano questa volta come nuovo presidente quello di un non meglio precisato cinquantenne tedesco, appartenente ai Cavalieri di Malta. Un uomo definito «di robusta formazione finanziaria».
Al di là  del rincorrersi delle voci, la confusione è in realtà  dovuta anche alla collisione di interessi diversi dentro la Santa Sede. Alcune fonti fanno infatti notare che fra i candidati più autorevoli a sostituire Gotti è in lizza anche un italiano, il notaio Antonio Maria Marocco, voluto nel board laico dello Ior alcuni anni fa proprio dallo stesso Bertone.
Ma prima di arrivare alla scelta del nuovo presidente occorrono determinati passaggi burocratici di non facile superabilità . Come ad esempio il fatto che il licenziamento in tronco di Gotti, avvenuto nella drammatica riunione del 24 maggio 2012, nelle stesse ore in cui veniva arrestato il maggiordomo del Papa considerato come il “corvo” autore della fuga di documenti segreti dall’Appartamento papale, non sia stato ancora ratificato. E a non essere d’accordo sono 2 dei 5 componenti della commissione cardinalizia di vigilanza dell’Istituto, i porporati Nicora e Tauran.
È poi ancora aperta la questione del consiglio di amministrazione. Ieri mattina due componenti dell’attuale board, il tedesco Schmitz, uomo di provenienza Deutsche Bank, attuale presidente ad interim dell’istituto, e lo spagnolo Manuel Soto Serrano, espressione del Banco Santander, sono stati convocati a colloquio dal cardinale Bertone. E chi li ha visti uscire ha detto che Schmitz appariva piuttosto scuro in volto.
Nel posto vacante da maggio 2012 entra per l’appunto il belga De Corte. E nel cda della banca è previsto anche un’altra sostituzione: resta l’americano Carl Anderson (l’uomo che di fatto ha esautorato Gotti), appartenente ai Cavalieri di Colombo, ed entra il tedesco Ernest von Freyberg (forte esperienza di banchiere sia in Germania e a Londra, adesso capo di una boutique finanziaria) al posto dell’attuale vice presidente reggente Schmitz. Una scelta a cui il Vaticano è arrivato dopo essersi avvalso di una società  di “cacciatori di teste”, la Spencer & Stuart, specializzata nella ricerca del personale, individuando i due nuovi nomi. Il nuovo presidente potrebbe allora essere scelto fra questi due nomi e quello del membro italiano, Marocco. Il portavoce papale ha detto ieri che il consiglio dei cardinali e quello di sovrintendenza dello Ior dovrebbero incontrarsi «prima di lunedì, e se avranno qualcosa di importante da dirci ce lo diranno prima di quella data».
Esiste comunque una data finale di convocazione del nuovo board, ed è quella del prossimo 24 febbraio, quando scadrà  l’incarico quinquennale della commissione cardinalizia di vigilanza. Oltre a Nicora e Tauran ne fanno parte Bertone come presidente, e i cardinali Toppo e Scherer. Ma Nicora e Tauran vengono dati così in rotta di collisione con il segretario di Stato, che si ipotizza una loro sostituzione con i cardinali Leonardo Sandri e Domenico Calcagno. E se il Papa sarà  d’accordo nell’avallare, in extremis, una decisione che comunque spetta alla sua autorità , lo Ior avrà  finalmente un nuovo capo.


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