L’inesperienza al potere: ecco i volti dei grillini che saranno onorevoli

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C’è anche chi cita John F. Kennedy per dare volto e voce al mantra. Tutti uniti sotto uno stesso vessillo, ma con differenze tra loro profonde, proprio perché — come ricorda il leader Cinque Stelle — «questo è un movimento ecumenico, parliamo di idee e non di ideologie». Una folta truppa di candidati, un centinaio o anche più, tra una manciata di giorni varcherà  l’ingresso di Montecitorio e di Palazzo Madama. Alcuni, quelli posizionati tra i primi posti delle liste — «causa» anche il Porcellum che non permette di esprimere le preferenze — aspettano il voto, sondaggi alla mano, come una formalità .
Gli under 30
Tra loro, spiccano gli under 30. In un Paese con un tasso di disoccupazione giovanile al 36,6%, i ragazzi grillini che si apprestano a invadere la Camera con un lavoro precario — finché dura la legislatura e con il vincolo a Cinque Stelle dei due mandati — sono decine. Solo in Emilia-Romagna, tra i primi sette in lista, quattro sono nati dal 1985 in poi. E al Centro-Sud la presenza di under 30 — tra capilista e numeri due — è capillare. Lazio (Marta Grande), Marche (Andrea Cecconi), Campania (Luigi Di Maio e Silvia Giordano), Puglia (Giuseppe L’Abbate), Basilicata (Mirella Liuzzi), Calabria (Dalila Nesci), Sicilia (Giulia Di Vita) avranno un deputato che darà  voce ai problemi e alle tematiche di un mondo, quello dei giovani, messo alle strette dai problemi legati al lavoro e con un forte disincanto nei confronti della politica. E guai ad accusarli di inesperienza. Già  lo scorso anno, nella campagna per le amministrative, Grillo ripeteva: «I nostri candidati sono giovani, sono inesperti, è il loro valore aggiunto: non sanno come si trucca un bilancio».
Da sinistra a destra
Comunque, anche tra i futuri parlamentari c’è anche chi vanta nel suo passato qualche piccolo precedente politico. Con un taglio trasversale, che va da destra a sinistra dello schieramento costituzionale. È il caso di Enrico Cappelletti, capolista al Senato in Veneto, e candidato negli anni Novanta per il Carroccio, che, in polemica con esponenti pd, ha dichiarato al Mattino di Padova: «È fuori di dubbio che tra il Movimento Cinque Stelle e la Lega Nord di venti anni fa ci sono tantissimi punti in comune». Sempre nella stessa Regione, candidata a Montecitorio, è Francesca Businarolo — avvocato praticante — eletta nel 2008 all’assemblea regionale dei Giovani Democratici. In Piemonte corre Laura Castelli, 26 anni, laureata in economia aziendale, un passato recente al Gruppo consiliare regionale del Movimento 5 Stelle con il consigliere Davide Bono e già  presente nel 2010 nella lista civica «Verdi con Bresso».
I volti «storici»
Molti anche i volti «storici» dei Cinque Stelle, i grillini della prima ora, che hanno alle spalle già  trascorsi consolidati all’interno del movimento. Tra loro, Riccardo Nuti, 31 anni, 147 voti alla Parlamentarie, ex candidato sindaco a Palermo, consigliere più votato alle amministrative con 3.162 preferenze, ma rimasto fuori dal Comune perché il movimento non ha raggiunto la soglia di sbarramento. Lui ha già  dichiarato di voler puntare su legge anticorruzione, legge sul conflitto di interessi e abolizione dei rimborsi elettorali. Guarda invece alla vita concreta tra i palazzi romani Vito Crimi: «Cercheremo di fare gruppo per proteggerci da tentativi di cooptazione e di non usufruire della mensa e della buvette, sia per far risparmiare denaro allo Stato che per evitare incontri spiacevoli e imbarazzanti con i vari Scilipoti». Crimi, 40 anni, impiegato della Corte d’appello di Brescia e secondo in lista al Senato in Lombardia, è stato candidato per il Pirellone nel 2010. Il napoletano Roberto Fico, 38 anni, laurea in scienza delle comunicazioni e considerato una delle «promesse» del movimento, già  candidato a governatore della Campania e a sindaco di Napoli, ha ribadito di recente all’Huffington Post: «Abbiamo un programma e un modello di società . Voteremo tutto quello che si sposa con quell’idea».
Ambientalisti e No Tav
E il modello di società  dei Cinque Stelle, almeno a grandi linee, ha come comun denominatore un ambientalismo high tech, fatto anche di anni di lotte per combattere su verde (è il caso di Donatella Agostinelli, capolista nelle Marche e vicepresidente del Comitato tutela salute e ambiente della Vallesina), acqua pubblica (come Francesca Daga, candidata nel Lazio) e No Tav (su tutti il piemontese Marco Scibona). Forse proprio da qui muoverà  lo tsunami grillino.
Emanuele Buzzi


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MILANO — A forza di andare indietro non resta che l’ingresso fedeli. Sul sagrato del Duomo la base metallica del cartello diventa una specie di zattera per quelli che non vogliono finire con la schiena attaccata al portone della cattedrale, con lo sguardo chiuso da questo muro di folla.

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