D’Alema: «Su di me solo calunnie»

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MILANO — Un comunicato per ribattere. Massimo D’Alema replica all’articolo del Corriere in cui si riportano le dichiarazioni dell’architetto Renato Sarno — considerato «collettore di tangenti e uomo di fiducia di Penati nella gestione di Milano-Serravalle» — su un suo presunto coinvolgimento nella vicenda legata all’acquisto di quote pari al 15% dell’autostrada. L’ex premier smentisce e comunica «di aver incaricato il mio legale, avvocato Gianluca Luongo, di assumere ogni più idonea azione a tutela della mia immagine e della mia onorabilità  nei confronti di tutti coloro che, nel corso delle indagini o nel riportarne in modo distorto o parziale le risultanze, si sono resi protagonisti di una deliberata azione di calunnia e disinformazione ai miei danni».
Unanime la solidarietà  all’ex leader ds da parte del mondo politico. A partire proprio dai democratici. Per il senatore pd e storico tesoriere dei Ds, Ugo Sposetti, si tratta di «una mascalzonata». «Ogni volta che siamo prossimi a scelte politiche istituzionali così rilevanti, come l’elezione del presidente della Repubblica che inizierà  la prossima settimana — afferma Nicola Latorre (Pd) —, su alcuni quotidiani compaiono insinuazioni o presunti coinvolgimenti in vicende giudiziarie per avvelenare il clima». «Esprimiamo la nostra solidarietà  a D’Alema respingendo ogni tentativo di gettare ombre e sospetti sul Partito democratico», dice Davide Zoggia, responsabile Enti locali del Pd. «Sono certo della totale estraneità  di D’Alema, nel merito e nei fatti», dichiara Beppe Fioroni. «Penso che la tempistica di questa notizia sia alquanto sospetta — afferma Andrea Orlando, responsabile giustizia del Pd —. D’Alema saprà  dare sicuramente risposte assolutamente convincenti».
Compatto a fianco dell’ex premier anche il Pdl. «Può darsi che circolino delle polpette avvelenate, chi può dirlo, ma, insisto, sul comportamento politico di Penati riguardo la società  autostradale c’è qualcosa di davvero molto strano», dichiara Giancarlo Galan. Per un altro ex ministro, Altero Matteoli, si tratta di «una manovra, una sorta di agguato per far fuori un possibile candidato al Quirinale. Tutto questo è inaccettabile». «Noi siamo sempre garantisti. Anche D’Alema, quindi, è innocente finché non fosse provato il contrario», fa eco Lucio Malan. «Siccome tra i “papabili” in corsa per il Colle c’è anche D’Alema — anche se con molti punti interrogativi e con scarsissime probabilità  di successo — arriva questa imboscata», commenta il presidente di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa.
Sulla stessa linea anche Scelta civica e i centristi. Secondo Andrea Olivero, coordinatore politico, «in questo momento delicato, in cui siamo chiamati a scegliere un capo dello Stato con criteri di ampia partecipazione di tutte le forze politiche, è importante che non si sollevino polemiche e si valutino molto attentamente i fatti». Sempre tra i centristi, Linda Lanzillotta parla di «pubblicazione a orologeria». Per Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc, «c’è quantomeno il sospetto che una notizia del genere venga fuori a 8 giorni dall’elezione del capo dello Stato, che vede tra i candidati autorevoli proprio D’Alema».


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