Libia, distrutta l’ambasciata francese

Loading

Fabius vola sul luogo dell’attentato. Hollande: «Attacco inaccettabile». E Monti sostiene l’impegno della NatoGiuseppe Acconcia
Un’autobomba è esplosa davanti all’ambasciata francese a Tripoli, ferendo due gendarmi francesi addetti alla sicurezza, una 18enne libica e causando gravi danni. Due esplosioni hanno distrutto il muro di cinta e un angolo dell’edificio che ospita la rappresentanza diplomatica, una palazzina di due piani nel quartiere residenziale Hay al Andalus. Dei due gendarmi feriti, uno è in gravi condizioni mentre l’altro ha riportato solo lesioni lievi. L’attacco non è stato rivendicato. Le esplosioni hanno danneggiato altre due vetture che erano parcheggiate e due ville nei pressi dell’ambasciata. La strada è stata invasa dall’acqua per la rottura di alcune tubazioni. È la prima volta che viene attaccata un’ambasciata a Tripoli, dopo l’attentato di settembre al consolato Usa di Bengasi in cui morirono l’ambasciatore e altri tre americani. Il 12 gennaio, sempre a Bengasi, era stata attaccata l’auto del console italiano, Guido De Sanctis, che è rimasto illeso. 
Molti abitanti del quartiere si sono raccolti intorno alla scena di devastazione. Alcuni di loro apparivano sconcertati per l’accaduto. «È stato un grave errore accettare che un obiettivo sensibile come l’ambasciata francese si trovasse in quest’area», hanno dichiarato i residente alla stampa locale.
Le autorità  francesi hanno assicurato di non aver ricevuto «alcuna rivendicazione» dell’attentato all’ambasciata a Tripoli, e non disporre di «alcuna informazione» su chi potrebbe averlo organizzato e attuato. Lo ha affermato il premier Jean-Marc Ayrault, dopo un incontro con i parlamentari socialisti. Il presidente francese, Franà§ois Hollande, ha chiesto al governo libico di fare chiarezza su quello che ha definito come un attacco «inaccettabile». «La Francia condanna con la massima fermezza l’attacco e si aspetta che le autorità  libiche garantiscano che si faccia tutta la luce possibile su questo atto inaccettabile in modo che i responsabili vengano identificati e consegnati alla giustizia», ha dichiarato in una nota. Il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, è partito ieri per Tripoli. Anche il suo omologo libico, Mohammed Abdel Aziz, ha condannato l’attentato definendolo «un atto terroristico contro un paese fratello che ha sostenuto la Libia durante la rivoluzione» del 2011 che portò all’uccisione di Gheddafi. 
Anche il governo italiano ha espresso la più ferma condanna per l’attentato dicendosi «solidale con le autorità  francesi e con quanti sono stati colpiti da questo vile atto criminale». Il presidente del consiglio e ministro degli Esteri ad interim, Mario Monti si è detto favorevole «ad una specifica cooperazione tra Nato e Libia per favorire la creazione di una guardia nazionale e il reimpiego degli ex miliziani» in Libia. Lo ha dichiarato durante una conferenza stampa alla Nato a Bruxelles. Monti ha inoltre detto che il segretario della Nato Anders Fogh Rasmussen ha proposto di organizzare una riunione ministeriale tra Nato e i paesi della sponda meridionale del Mediterraneo «per adottare una nuova dichiarazione politica». Infine, dall’Alto rappresentante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza dell’Ue è arrivata «la più forte condanna» per l’attacco all’ambasciata francese a Tripoli. Catherine Ashton ha chiesto che «i responsabili dell’attacco siano consegnati alla giustizia», esortando le autorità  libiche a «condurre indagini». L’attacco di ieri chiarisce la fase di instabilità  politica che il paese attraversa nel tentativo di costruire nuove istituzioni democratiche che lascino alle spalle l’era Gheddafi.


Related Articles

Inferno al mercato: 41 morti in raid saudita

Loading

Yemen. La tregua tra Houthi e Riyadh è valida solo alla frontiera, gli scontri proseguono nel resto del paese. Il parlamento olandese chiede al governo di recepire la decisione dei parlamentari Ue di embargo militare ai Saud

Offensiva ’schiacciasassi’ di Ankara contro i kurdi

Loading

Turchia. Sono 162 i civili uccisi da agosto a sud est. L’ideologia della repressione di Erdogan detta le politiche regionali, dall’Anatolia alla siriana Rojava. Nel silenzio assordante della Nato e dell’Occidente

Meno militari, più formazione e qualità Ecco come cambieranno le forze armate

Loading

Meno soldati, ma soprattutto meno generali. E una pianificazione più politica che militare degli interventi. Sono le nuove forze armate così come le disegna il Libro Bianco messo a punto dal ministero della Difesa

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment