Così la carta stampata accresce lo stigma nei confronti di rom e sinti

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MILANO – La carta stampata accresce lo stigma nei confronti di rom e sinti. Ci sono frasi discriminatorie in un articolo su tre comparso, da giugno 2012 a marzo 2013, su nove tra i principali quotidiani italiani. È quanto emerge dalla ricerca “Se dico rom…”, realizzata dall’associazione di medici volontari Naga e presentata questa mattina a Milano. Sono stati analizzati gli articoli pubblicati su Corriere della Sera (nazionale + pagine dell’edizione Milano), La Repubblica (nazionale + pagine dell’edizione Milano), La Stampa (nazionale), Il Sole 24 ore (nazionale), Il Giornale (nazionale), Libero Quotidiano (nazionale + pagine dell’edizione Milano), La Padania (nazionale), La Prealpina (locale) e l’edizione milanese di Leggo.

Non solo i rom e sinti compaiono solo quando commettono reati, ma spesso vengono associati a fatti negativi anche se non ne sono coinvolti. Inoltre “vengono associati a criminalità  e degrado cittadini rom che compiono atti che non sono di per sé reato – scrivono i ricercatori del Naga -, come ad esempio lavarsi alla fontana, o che sono addirittura neutri, come passare in un luogo”. A rom e sinti vengono poi considerati tra i primi sospettati per i reati che vengono commessi in una zona, per il solo fatto di abitarci anche loro. “Lo stereotipo è talmente radicato che ha raggiunto il livello ontologico: non serve compiere nessuna azione”, si legge nel rapporto del Naga.

L’associazione propone ai giornalisti, all’Ordine dei giornalisti e alla Federazione nazionale della stampa e agli editori di rispettare e applicare le linee guida per l’applicazione della Carta di Roma, firmare l’appello “I media rispettino il popolo Rom”, lanciato da “Giornalisti contro il razzismo” e di dare voce ai rom e sinti, interpellarli e ascoltarli come fonti. (dp)

 

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 FORSE ci siamo. Proprio perché è un’epoca in cui essere ottimisti è insensato, bisogna esserlo. Più flebile è il tempo più forte la voce e la responsabilità  di ciascuno. Forse ci  siamo.

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