Il commissario europeo chiede il contratto unico
Ci sono più di sei milioni di spagnoli e spagnole senza impiego, un terzo della forza lavoro (il tasso di disoccupazione ha toccato il 27.16%). Eppure il presidente del governo Mariano Rajoy ieri ha reagito alla «raccomandazione» del commissario europeo del lavoro Là¡szlo àndor di introdurre un «contratto unico aperto», dicendosi «molto soddisfatto» della riforma del lavoro approvata dal suo esecutivo a febbraio dell’anno scorso. Una riforma che fa strage dei diritti dei lavoratori perché prevede che le imprese e l’amministrazione pubblica possano licenziare con maggiore facilità e minori indennizzi, a patto che dimostrino una diminuzione delle entrate, perdite o anche solo una previsione di perdite. Bastano tre trimestri di minori entrate perché un’azienda possa licenziare per giusta causa (e indennizzi minimi: 20 giorni per anno di lavoro).
In queste circostanze, gli imprenditori possono anche modificare giornate di lavoro, orario, turni, funzioni, e persino abbassare il salario. Se poi il giudice accertasse la mancanza di giusta causa per un licenziamento, la sanzione massima è di 33 giorni, non più 45, e per un massimo di 24 mensilità invece di 42.
La proposta del commissario àndor di un contratto unico in teoria potrebbe riequilibrare le condizioni dei lavoratori a tempo, praticamente senza diritti, con quelle dei lavoratori fissi. Nel 2006, a fronte di una media europea del 15%, in Spagna i precari erano il 34% (con la crisi sono scesi al 25, perché per loro la perdita del lavoro è stata dieci volte maggiore rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato). L’abuso di questo tipo di forme contrattuali è generalizzato: secondo alcuni esperti, il 95% dei contratti a tempo non rispetta i vincoli di legge. Un abuso che la riforma in vigore favorisce: prevede addirittura un tipo di contratto per le imprese con meno di 50 dipendenti (la grande maggioranza) con forti incentivi fiscali e periodo di prova di un anno, entro il quale possono cacciare senza indennizzi. Ma non c’è pericolo che qualcuno ci ripensi e cerchi di introdurre misure correttive al rialzo e non al ribasso (come spera àndor): governo, sindacati e imprenditori hanno risposto ieri come un sol uomo: non se ne parla. Per soffocare i lavoratori, la riforma Rajoy basta e avanza.
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