Morti per droga: in Europa un calo del 15 per cento in due anni

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ROMA – Calano nel 2011 i decessi per overdose: sono circa 6.500, con un calo rispetto ai 7mila casi del 2010 e ai 7.700 del 2009. Tuttavia, la situazione varia da paese a paese e in alcuni casi la tendenza è ancora all’aumento. È quanto riporta l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze di Lisbona (Oedt) nella Relazione europea sulla droga presentata questa mattina. Secondo l’Oedt, ogni anno in Europa muoiono tra i 10 e i 20 mila consumatori di oppiacei. Decessi che si concentrano soprattutto fra i maschi di età  compresa fra i 30 e i 40 anni, anche se i dati raccolti dall’Osservatorio mostrano una certa variabilità . Secondo le stime dell’Oedt, “nel 2011 in Europa il tasso medio di mortalità  per overdose è stato pari a 18 decessi per milione di abitanti di età  compresa fra 15 e 64 anni. Tuttavia, sono stati segnalati tassi superiori a 40 decessi per milione in sei paesi e i tassi più alti sono stati segnalati in Norvegia (73 per milione) e in Estonia (136 per milione)”. Per l’Oedt, inoltre, il consumo delle sostanze stupefacenti “è una delle principali cause di mortalità  tra i giovani europei – spiega l’Oedt -, sia direttamente in seguito a overdose, sia indirettamente in seguito a malattie, incidenti, violenze e suicidi connessi al consumo degli stupefacenti”.

Altro aspetto problematico sottolineato dall’Osservatorio, è quello dell’Hiv. Secondo il rapporto, “nel 2011, il tasso medio delle nuove diagnosi di Hiv segnalate e attribuite all’assunzione di stupefacenti per via parenterale è stato pari a 3,03 per milione di abitanti”. Benché queste cifre siano soggette a revisione, spiega lo studio, “nel 2011 sono stati segnalati 1.507 nuovi casi, con un leggero aumento rispetto al 2010, alterando la tendenza generale al ribasso osservata a partire dal 2004. Secondo la stima più recente, nel 2010 in Europa circa 1.700 persone sono morte a causa dell’infezione da Hiv/ Aids contratta in seguito al consumo di stupefacenti per via parenterale, e la tendenza è al ribasso”.

Legate all’assunzione parenterale di droga, anche altre patologie, come l’epatite virale. “Calcolato come media nei 18 paesi per i quali sono disponibili dati per il periodo 2010-2011 – spiega l’Oedt -, il consumo di droga per via parenterale è causa del 58 per cento di tutte le diagnosi di Hcv e al 41 per cento delle diagnosi acute notificate. Per quanto riguarda l’epatite B, i consumatori di droga per via parenterale rappresentano il 7 per cento di tutte le diagnosi e il 15 per cento delle diagnosi acute notificate”. Oltre ad altre note malattie infettive che si possono trasmettere con l’uso di droghe, l’Oedt riporta anche dei focolai di infezione da antrace, provocati probabilmente da eroina contaminata. “Tra giugno 2012 e gli inizi di marzo 2013 sono stati segnalati 15 casi di antrace correlati a sostanze stupefacenti, sette dei quali mortali. Questo potrebbe essere correlato a un precedente focolaio di casi di antrace segnalato nel periodo 2009/2010”.

 

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