Pdl in piazza: «Vogliono azzerarci»

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ROMA — Il Pdl si mobilita contro «l’uso politico e personalizzato della giustizia» dopo la sentenza di condanna di Silvio Berlusconi per frode fiscale emessa dal Tribunale di Milano e la richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Napoli per la presunta compravendita di parlamentari. E così domani pomeriggio a Brescia, in piazza del Duomo, si terrà  una manifestazione con il Cavaliere. L’appuntamento, previsto per sostenere la campagna elettorale del sindaco uscente Adriano Paroli, si caricherà  di un significato assai diverso. «Lancerò la riforma della giustizia», promette l’ex premier. Un analogo raduno potrebbe tenersi lunedì mattina a Milano, in contemporanea con la requisitoria del pubblico ministero nel processo Ruby. «Vogliono delegittimare i magistrati», reagisce l’Anm che in una nota denuncia gli attacchi da parte «di numerosi esponenti politici e rappresentanti delle istituzioni utilizzando espressioni violente e offensive estranee a ogni legittimo esercizio del diritto di critica». Tali dichiarazioni, insiste l’Anm, «costituiscono una pericolosa delegittimazione del ruolo della giurisdizione nella nostra democrazia, così come disegnato dalla Costituzione». Per l’Anm vanno accolti «gli inviti del capo dello Stato a evitare conflitti in grado di ingenerare tra i cittadini sfiducia nelle istituzioni».
Sull’inchiesta di Napoli c’è, però, a sorpresa, l’assunzione di responsabilità  di Sandro Bondi. Sono io, non Berlusconi, sostiene il coordinatore del Pdl, ad avere fatto «opera di convincimento nei confronti di esponenti politici. Tutto questo emergerà  con assoluta evidenza quando sarò chiamato dalla procura di Napoli e deporre sulla vicenda».
L’annuncio della nuova campagna del Pdl lo fa Gregorio Fontana: «Diciamo basta a queste sentenze annunciate, emesse sulla base di teoremi politico-giudiziari. Ci saranno altre manifestazioni per sensibilizzare gli italiani contro l’accanimento giudiziario nei confronti di Berlusconi». Fontana entra poi nei dettagli: «Ci mobiliteremo contro l’ennesimo atto di ostilità  politica rivestito di formule politiche e contro ogni altro tentativo di espellere dalla scena pubblica uno statista come Berlusconi e ad azzerare un grande partito popolare e democratico come il Pdl».
Questi raduni, rimarcano dal Pdl, non mirano a destabilizzare il quadro politico. «Vogliamo riaffermare i principi di giustizia e libertà . Condurremo fino in fondo questa missione che nulla ha a che vedere con le sorti del governo la cui tenuta si basa su altri fattori», è la rassicurazione di Maurizio Gasparri. Anche Fabrizio Cicchitto esclude contraccolpi sull’esecutivo: «C’è uno scatenamento di forze non solo giudiziarie che hanno un duplice obiettivo: colpire Berlusconi e mettere in crisi l’equilibrio di governo. Noi, però, non cadiamo in queste provocazioni. Continueremo in questa battaglia intransigente in difesa dello Stato di diritto. La vita e il futuro del governo dipendono dai contenuti riguardanti la politica economica e le riforme delle istituzioni». Riassume Mara Carfagna: «Non sarà  un atto giudiziario a fare precipitare l’Italia in una nuova crisi».
La preoccupazione che possa saltare tutto c’è comunque ed è forte. E nel Pd se ne fa interprete Massimo D’Alema, che già  l’altro giorno non aveva voluto commentare la sentenza di condanna emessa contro il Cavaliere. Le sue parole sono un invito alla prudenza. «Spero che nel Pdl — afferma D’Alema — prevalga il senso di responsabilità . Non si fanno manifestazioni contro le sentenze quando si è all’opposizione, figuriamoci quando si è al governo».


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