Grillo e Casaleggio al Quirinale Poi il leader evoca i «fucili»

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 ROMA — Entra in Senato in grisaglia di ordinanza, ne uscirà vestito da «boscaiolo del Wyoming», come lui stesso ha definito il suo abbigliamento fatto, a quel punto, di pantaloni rossi e camicia a scacchettoni . Beppe Grillo ha recitato se stesso ieri a Palazzo Madama. In una conferenza stampa piena da non entrare, era reduce dalla sua attesa visita al Quirinale che è durata ben più del previsto, oltre un’ora e mezza di faccia a faccia con il capo dello Stato, insieme a Roberto Casaleggio e ai capigruppo di Camera e Senato, Riccardo Nuti e Nicola Morra.

Ha dato il meglio del suo repertorio Grillo nella conferenza stampa al Senato: non ha risparmiato invettive e bacchettate in tutte le direzioni (molte dirette, come sempre, ai giornalisti) e ha usato parole lievi soltanto nei confronti del suo illustre interlocutore del mattino, Giorgio Napolitano.

Secco l’esordio: «L’Italia si avvia verso la catastrofe e le cifre di questo sono sotto gli occhi di tutti quelli che le vogliono vedere: il tasso di disoccupazione più alto dal 1977 (cioè da quando si è misurato il tasso), -3% di produzione industriale che vuol dire due punti in meno di Pil, gli stipendi fra i più bassi dell’Unione europea, il crollo dei consumi. Una Caporetto, insomma. Ma il Piave non mormora questa volta, perché sul Piave non c’è più nessuno. Sono tutti chiusi nei palazzi».

A seguire una raffica di parole che scivolano sulle polemiche dei giorni scorsi («facile polemizzare con me perché vado in vacanza in Sardegna») e affondano su quelle che Grillo considera le magagne della classe politica con una zoomata velenosa sull’Expo («nessuno sa cosa succederà a Rho nel 2015»), taglienti polemiche sulla Rai («perde 200 milioni l’anno»), sugli F35 e le missioni in Afghanistan.

È diretto Grillo: «La verità è che la gente vuole prendere i fucili e i bastoni e sono io a dire proviamo ancora con i metodi democratici. Noi li vogliamo buttare fuori con metodi democratici, fino a quando non ci stuferemo».

Quindi l’appello: «A Napolitano gliel’ho detto, cerchi di fare qualcosa, cambi questa legge elettorale incostituzionale, poi sciolga il Parlamento e ci faccia tornare tutti alle urne».

Accanto a lui i capigruppo Nuti e Morra annuiscono convinti. Saranno loro, dopo, che risponderanno a molte delle domande dei cronisti. Morra svelerà anche una confidenza del capo dello Stato: «Napolitano ci ha detto che non ha le pile Duracell e che dunque non arriverà alla fine del settennato. Ci ha parlato con i toni di un vecchio nonno».

Ma le richieste al presidente Napolitano non si sono fermate qui. Grillo era accompagnato da Gianroberto Casaleggio: «Era con me perché è il cofondatore del Movimento 5 Stelle», ha spiegato mentre Morra ha rilanciato, raccontando ancora dell’incontro con Napolitano: «con Casaleggio il presidente ha scherzato con il suo humor napoletano» ha detto spiegando che quando il presidente Napolitano ha visto Casaleggio gli ha detto: «E così è lei il famoso guru?» .

Casaleggio non è venuto ieri in conferenza stampa, sebbene più di un giornalista abbia reclamato la sua presenza. Ma Grillo in compenso ha fatto la parte per tutti. Ancora richieste al capo dello Stato che gli ha concesso questo incontro dopo una sua richiesta esplicita: «Ho detto a Napolitano che ho la certezza che il default dello Stato sia prossimo. Per questo l’ho invitato ad andare in televisione e fare un discorso a reti unificate per spiegare agli italiani la situazione».

Non ha spiegato Grillo se il presidente Giorgio Napolitano abbia accettato tutte i suoi suggerimenti, di certo il capo dello Stato ha ascoltato a lungo le sue ragioni, visto che in tanti avevano previsto che l’incontro fra il leader del Movimento 5 Stelle sarebbe durato una mezz’ora al massimo ed invece dopo un’ora e mezza i quattro rappresentanti del Movimento erano ancora all’interno del Quirinale.

Alessandra Arachi


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