L’assist del premier a Epifani sul programma di governo

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ROMA ?— «Il programma di governo deve essere aggiornato». No, non sarà l’intervento di uno di quei «fighi», come li ha chiamati l’altra sera, che si smarcano dall’esecutivo. Ma sarà la frase che Enrico Letta in persona pronuncerà oggi alla direzione del Pd.

Il presidente del Consiglio cala il jolly . Si sente forte di sondaggi di popolarità che lo danno in ascesa ma sa che è proprio il terreno congressuale del Pd che va sminato. Perché è da lì, a sentire i suoi, che arrivano i pericoli. Per questo oggi, parlando al Nazareno, gioca la fiche che gli ha consigliato anche Guglielmo Epifani, che tra l’altro ha rinforzato la sua critica ai «fighi», chiarendo che «la seconda linea va bene, ma sono quelli che stanno verso l’uscio che non vanno bene». Così col segretario del Pd puntano a trasformare le assise «da uno scontro sulle persone a un confronto sulle idee». E provare a fermare la corsa di Matteo Renzi, che a meno di sorprese oggi si farà vedere al Nazareno. «Il tema delle regole è importante ma alla gente interessa meno. Aiutatemi», è il messaggio che il premier consegnerà al partito, «ad aggiornare il programma di governo, mettete le impronte digitali del Pd sull’azione dell’esecutivo. E fatelo sapendo che abbiamo davanti due momenti decisivi». Il primo è «la legge di Stabilità». Il secondo, con cui Letta respingerà tutte le tentazioni di voto anticipato, «è il semestre di presidenza italiana dell’Ue».

È l’assist che Epifani, a cui il premier ribadirà «piena fiducia», aspettava. Lo stesso che il segretario userà per convocare oggi un referendum sulle istanze sollevate da Renzi. «Tra di noi ci sono due linee», c’è scritto negli appunti della relazione che l’ex numero uno della Cgil ha già buttato giù. «La prima è quella di chi sostiene che il segretario debba fare solo quello. La seconda è quella di chi vuole che il vincitore del congresso sia anche il candidato premier del centrosinistra». Da qui la domanda: «Quale scegliete?».

Epifani pensa che l’«opzione uno», quella contraria a Renzi, abbia la maggioranza nel Parlamentino del Pd. E che anche i lettiani, nella seconda direzione già convocata per mercoledì prossimo, la voteranno. «Serve un segretario a tempo pieno. E vedrete che lo dirà chiaro e tondo anche Enrico…», è la scommessa di Pier Luigi Bersani ieri pomeriggio. E una frase pronunciata dal lettiano di ferro Marco Meloni («Gli altri candidati a segretario, da Cuperlo in giù, hanno capito che è in gioco solo la leadership del partito e basta. Lo capirà anche Renzi…») sembra dargli ragione.

In questo contesto, improbabile che Epifani dia oggi una data per le assise. E anche l’ordine del giorno di chi la chiede — firmato da Pittella, Civati e Bettini — mette come limite che «venga annunciata entro il 7 agosto». Quello che il segretario chiederà, tra oggi e mercoledì, è il voto su una relazione che tenga dentro tanto la richiesta di Letta («Aggiorniamo l’agenda dell’esecutivo insieme») quanto il sostegno al governo. Un viatico che secondo il blocco degli ex ds potrebbe condurre alla decisione secondo cui l’equazione tra leader del Pd e premier verrà cancellata, e le primarie aperte ai soli militanti. «Però la data Guglielmo ce la deve dare. Magari poi se serve la si rinvia…», sussurra Gianni Cuperlo prima di partecipare alla trasmissione In Onda , in cui annuncia la sfida a Renzi («Io non andrei mai ad Arcore»). E nel logoramento che il blocco ex ds opera contro il sindaco conta anche un sondaggio di Piepoli che dà il suo indice di popolarità (39%) inferiore non solo a quelli di Napolitano (78%) e Letta (50%), ma anche al dato di Zingaretti (40%). La guerra continua. E la spaccatura è dietro l’angolo.

Tommaso Labate


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