Santacroce apre al rinvio della sentenza Mediaset

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ROMA — Giorgio Santacroce, il primo presidente della Corte di Cassazione, prende in mano il caso Mediaset- Berlusconi. Lo fa in una sede ufficiale — il Csm — e con dovizia di risposte. È la sua prima uscita “forte” da quando è salito allo scranno più alto della magistratura italiana. Con le sue parole conferma che fissare il processo Mediaset il 30 luglio è stata una scelta obbligata per far fronte alla prescrizione. Nessuna discrezionalità dunque. Né voglia di perseguitare un imputato. Tant’è che lo stesso Santacroce “apre” alla possibilità di un rinvio dell’udienza, qualora «il ricalcolo della prescrizione» lo permetta. Pronuncia una frase che, nella sua semplicità e concretezza, dovrebbe fugare la tempesta nel frattempo scatenata dal Pdl. Dice Santacroce: «Non c’è nessun accanimento. Il senatore è stato trattato come qualunque imputato in un processo con imminente prescrizione». Ecco, Berlusconi come «qualunque imputato ». Quindi nessun fantasma persecutorio ai suoi danni.
Quando sono le 13 nell’aula Bachelet, Santacroce parla a lungo. Preceduto, un paio d’ore prima, da una nota della Cassazione che forse, se fosse stata diramata contestualmente con la data dell’udienza, avrebbe evitato più di una polemica. Nel comunicato è scritto che alla Corte «è imposto inderogabilmente » di fissare la data «prima che maturi il termine di prescrizione dei reati oggetto del procedimento, a pena di responsabilità anche di natura disciplinare». Dai primi calcoli effettuati, quella prescrizione sembrava scadere già il primo agosto. Di qui l’udienza fissata al 30 luglio.
Santacroce non si sottrae alle spiegazioni: «Se si fosse lasciato correre, ci sarebbero stati attacchi dall’altra parte». Segue un po’ di vittimismo: «Comunque noi siamo sempre colpiti, sia che i processi abbiano tempi biblici, sia se sono rapidi». Certo, gli attacchi furibondi del Pdl hanno segnato le sue 24 ore precedenti.
E la lettura dei giornali della mattina ha fatto il resto. Lui chiosa: «Ci siamo abituati a un linguaggio poco consono a una democrazia». A lasciarlo di sasso sarebbe stato il titolo del Giornale che parla di «Banditi di Stato».
Santacroce nega la fissazione anticipata, «non c’è stato nessuno zelo particolare, nessun atteggiamento da Speedy Gonzales, è stata solo applicata la legge, i procedimenti urgenti devono andare alla sezione feriale ». Quindi sbaglia il professor Franco Coppi, legale di Berlusconi assieme allo “storico” Niccolò Ghedini, quando si dice «esterrefatto», perché «non c’è nessuna ragione per sentirsi tale». Ma Coppi invece insiste e si chiede «se la Cassazione riesca sempre a fissare i processi in tempi tali da evitare la prescrizione dei vari reati». Ma Santacroce vuole smussare le polemiche e ipotizza un possibile rinvio dell’udienza. Dice così: alla sezione feriale «nella sua discrezionalità e su istanza della difesa nulla vieta di disporre un rinvio della discussione».
È il punto chiave della giornata. Cosa può accadere? Coppi già preannuncia «un’istanza di rinvio con i nostri calcoli della prescrizione ». Li avrebbe fatti Ghedini, «noto per la sua precisione» dichiara Coppi, e il termine, che tiene conto delle interruzione del processo, cadrebbe intorno al 26 settembre. A questo punto spetta al collegio decidere. Potrebbe farlo prima e concedere il rinvio, oppure il 30 luglio, nel corso del confronto in udienza.
Quanto al collegio, le notizie sulla sua composizione testimoniano del casuale “accoppiamento” con Berlusconi. La sezione feriale è stata sorteggiata il 21 maggio, quando l’ipotesi che potesse arrivare il processo Mediaset con una prescrizione intermedia in scadenza non era neppure lontanamente prevedibile. Il presidente è Antonio Esposito, fratello di Vitaliano, ex procuratore generale della stessa Corte, e padre di Ferdinando, il magistrato di Milano finito nel mirino del Csm perché frequentava la ben nota Nicole Minetti. Relatore Amedeo Franco. Giudici Claudio D’Isa, Ercole Aprile, Giuseppe De Marzo. Toga importante per il ruolo di sostituto procuratore generale, sarà Antonello Mura, attuale segretario generale della procura, ex Csm ed ex presidente di Magistratura indipendente. Certo non una toga rossa, come tutte quelle che compongono il collegio. Ma naturalmente un rinvio lungo potrebbe comportare anche un cambio di collegio.


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