Quattro italiani su 5 contrari alla crisi E Letta «cresce»
Solo uno su cinque vorrebbe votare subito. Questo è il risultato del sondaggio condotto da Swg per il Corriere della Sera, su un campione di mille cittadini maggiorenni. Il richiamo alla stabilità convince il 47% degli intervistati, contro il 38% che lo ritiene «una posizione politica più che una necessità»: fa più presa sugli elettori di centro e centrosinistra, divide quelli di centrodestra e trova l’opposizione del M5S. Se la fiducia su Enrico Letta tiene, pur nella bufera, un calo maggiore è invece registrato per l’esecutivo. Il 42% degli italiani si fida di Letta abbastanza o molto: con un calo rispetto a maggio, ma in linea con l’andamento oscillante degli 4 ultimi mesi (tra il 40% e il 49%). Il governo, invece, gode della fiducia del 24% degli elettori, mentre a maggio e giugno non era mai sceso sotto il 31%. «C’è preoccupazione e gli elettori non vedono alternative a questo governo. Quindi credono che debba continuare a lavorare, ma senza investimento emotivo, senza passione — spiega Maurizio Pessato, presidente di Swg —. Diverso invece è il discorso sulla fiducia in Letta, come politico, che è visto ancora come un elemento di novità». Tra gli altri personaggi della politica, a guidare la classifica della fiducia è Matteo Renzi, con il 46% (ma a luglio e giugno era sempre sopra il 52%). Il sindaco di Firenze stacca Beppe Grillo e Silvio Berlusconi, che si attestano entrambi al 21%. Per quanto riguarda i partiti, invece, è il Pd in testa: nonostante lo scontro sul congresso, che per gli stessi dirigenti democratici è un danno d’immagine, il 28% degli intervistati lo voterebbe, contro il 27% del Pdl. Ma è la coalizione di centrodestra che vince alle intenzioni di voto, con il 36,3% contro il 33,8 del centrosinistra: perché Lega (4,8%) e altri alleati (4,5%) avrebbero un peso maggiore di Sel (4,5%) e altre sigle del centrosinistra (1,3%). Nel complesso, le intenzioni di voto presentano una tensione al bipolarismo, rispetto alle elezioni di febbraio: crescono centrodestra e centrosinistra, calano M5S (18,8% da 25,5%) di febbraio) e centristi (5,9% da 10,6%).
Renato Benedetto
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