Camusso: “Si rischiano licenziamenti di massa”

Loading

PESARO — «Non bastano i 330 milioni di rifinanziamento per la cassa integrazione in deroga. Ne servono di più, molti di più, per tamponare quella che sta diventando una vera emergenza sociale, con il rischio di un’ondata di licenziamenti di massa». Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, parla all’assemblea dei lavoratori della Scavolini di Pesaro. Ha deciso di far partire da qui, da quella che è una vera oasi nel deserto italiano della deindustrializzazione incombente, il suo viaggio dentro il lavoro. Pensa che si debba ridare centralità e visibilità a chi lavora, ma soprattutto che si debba ritrovare il senso della «comunità» tra chi lavora. Proprio quello che c’è qui, classico caso di un capitalismo familiare che ha funzionato e che funziona: neanche un’ora di cassa integrazione negli anni della recessione in un’azienda che mai ha pensato
di delocalizzare, che ha investito e innovato prima che la Grande Crisi modificasse i connotati del nostro sistema produttivo. «Serve più attenzione nei confronti di chi lavora», conferma Valter Scavolini, che più di mezzo secolo fa, insieme al fratello Evelino, ha fondato un gruppo diventato un brand del made in Italy, partendo da un piccolo garage. Ora questa grande fabbrica «è per noi come un figlio», aggiunge la nipote Emanuela Scavolini, vice presidente esecutivo, la donna che ha assunto la guida.
Sì, qui c’è la tranquillità del posto di lavoro. I camion fuori sono pieni di cucine da trasportare in tutto il mondo. Si lavora just in time,
senza accumulare pezzi in magazzino. Ai 1.100 euro mensili in media si aggiunge ogni anno almeno una mensilità grazie al premio di produzione. I metalmezzadri, figura tipica di quel “terzo capitalismo” dei distretti che ha sostenuto l’economia mentre declinava la grande industria privata e pubblica, resistono ancora: gli operai non hanno voluto che si modificasse in inverno l’orario 7,15-16,15 (pausa pranzo compresa) perché dopo la fabbrica passano alle piccole coltivazioni. Il metalmezzadro ora controlla su un monitor il montaggio delle cucine che avviene praticamente tutto in automazione. Ma la tranquillità per il posto di lavoro non
riesce ad annullare — nemmeno qui — l’incertezza per il futuro. Sono in duecento in assemblea con la Camusso. E al segretario della Cgil chiedono di sapere quando andranno in pensione, visto che la riforma Monti-Fornero ha associato ai 40 anni di contributi i 62 anni di età. E la pensione si allontana per chi è entrato giovanissimo in questa fabbrica. Il capitolo pensioni, che ancora solo in parte affronta il nodo esodati, è uno dei grandi temi assenti nella legge di Stabilità. Anche per questo il giudizio del sindacato è negativo. «Siamo pronti a mobilitarci e lo faremo. Bisogna uscire da uno stato di rassegnazione perché è possibile cambiare in Parlamento la
legge di Stabilità», spiega Camusso. «Segretario — dice uno dei membri della Rsu — , quando ci dici di venire, veniamo a Roma e li cacciamo dal Parlamento a calci nel culo». Linguaggio grillino in questo distretto industriale politicamente “rosso” che alle ultime elezioni però ha fatto toccare punte del 40% al Movimento 5 stelle. Anche questo — secondo Camusso — «è il segno della stanchezza dei lavoratori, la diffusa coltivazione in solitudine di un rancore verso l’altro considerato un nemico ». Non piace il governo delle larghe intese. Chiede un operaio di mezza età: «Qual è l’opinione del sindacato: lasciare questo governo o andare a votare?». Risponde Camusso: «La mia preoccupazione è che non cambi assolutamente nulla. Ma se un governo non dà risposte al mondo del lavoro è meglio che vada a casa. Per questo chiediamo di cambiare la legge di Stabilità, altrimenti ne trarremo le conseguenze».


Related Articles

“ Debito ”uguale “colpa” quella parola unica che separa i tedeschi dal mondo greco

Loading

L’analisi. Nella Germania dell’etica protestante i due concetti coincidono, mentre nella lingua di Omero sono lessicalmente distinti È l’emblema di uno scarto storico-culturale che arriva fino a oggi

Benvenuti nel «capitalocene», l’era della distruzione del pianeta

Loading

Economia. Viviamo ormai nell’era della distruzione deliberata della vita sul pianeta

Landini: “Torni l’acciaio di Stato così eviteremo di svendere le industrie agli stranieri”

Loading

Maurizio Landini, leader della Fiom: “Basta Leopolde vuol dire basta saltare mediazioni in questo modo si riducono gli spazi della democrazia”

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment