Militanza poetica contro il massacro della lingua

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E se nella Bibbia in principio era il verbo, in Parlamento in principio è la bugia. Non c’è molto da ridere se il più incallito mestierante della bugia e dell’imbroglio ieri ha eseguito il suo pezzo forte. C’è il rischio che la politica diventi non lo strumento per la risoluzione dei problemi, ma lo strumento per distrarsi da essi ridendo. E chi ride dovrebbe ricordarsi che magari ha votato Pd, un partito che comunque ha fatto il governo con Berlusconi dopo aver detto all’infinito che non lo avrebbe mai fatto. Difficile quantificare quanto sia grande il danno di un simile comportamento. Se ci fosse una borsa dei valori morali, questa sarebbe certamente in picchiata dopo gli episodi di questi giorni. E sarebbe ora di finirla di considerare che una vicenda va a buon fine perché i mercati sono saliti e lo spread è sceso.
Letta ha avuto anche la fiducia di un condannato. Vediamo se riesce a fare qualcosa per conquistarsi la nostra. Io sono tra quelli che considerano la gloria della lingua più importante di quella dei mercati. Tra l’altro, chi pensa solo ai soldi, in genere pensa ai suoi, e le preoccupazioni sulle miserie altrui sono l’ennesima menzogna. Se davvero sono preoccupati per gli italiani che stanno male, perché come primo atto non fanno pagare l’Imu ai ricchi e con quei soldi fanno qualcosa per i giovani senza lavoro? Formigoni e Alfano non credo saranno concordi. E allora è il caso che i giovani comincino a protestare seriamente per la situazione. Più lotta e meno divertimento, specialmente quello insano, procurato da un sistema politico che ancora gira sulle imprese di un lugubre pagliaccio.
Cosa direbbe uno come Leopardi del massacro della lingua operato dai nostri politici? Esiste la possibilità di inserire oltre al paletto dello sforamento del debito, il paletto della decenza? È un paletto che non ci regaleranno gli indecenti sulla scena. Dobbiamo conquistarcelo con una nuova militanza civile e poetica. Detto altrimenti: con una nuova sinistra.


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