Finmeccanica scarica AnsaldoBreda “Mette a rischio stabilità del gruppo”

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MILANO — I treni rischiano di lasciare a piedi Finmeccanica. E gli autobus di mandarla addirittura fuori strada. «Investire nei trasporti potrebbe mettere a repentaglio il futuro del gruppo. Non ho nulla contro la costruzione di un polo del settore, ma questo non può essere il compito del gruppo in questo momento. Gli investimenti ci servono per fare altro».
Lo aveva già sostenuto in passato: AnsaldoBreda può avere un futuro solo al di fuori della società controllata dal Tesoro. Ma Alessandro Pansa, amministratore delegato di Finmeccanica, non aveva mai usato espressioni così nette, come quelle pronunciate ieri alla Commissione Attività produttive della Camera.
Di fronte alle domande di chiarimenti dei parlamentari, il manager — già direttore finanziario poi promosso dopo l’arresto dell’ex ad Giuseppe Orsi per le presunte tangenti per gli elicotteri Agusta in India — non ha esitato a chiamare in causa il suo azionista di rilievo, perché si trovi una soluzione. perché Finmeccanica non è più disponibile a coprire le perdite e tantomeno a investire per il rilancio delle sue controllate. Il miliardo di euro messo a disposizione per far crescere il gruppo — ha ribadito Pansa — è tutto destinato al settore Difesa e Sicurezza. Come è previsto dal piano industriale e come è stato comunicato a più riprese al mercato.
«Attorno a Breda non abbiamo la possibilità di costruire nulla e la società non ha i mezzi per risanarsi da sola. Solo un’adeguata partnership, con un soggetto italiano e internazionale potrebbe aiutare l’azienda in un percorso di ristrutturazione». In sostanza, Pansa — ancora una volta — fa sapere ai suoi azionisti che il settore Trasporti di Finmeccanica deve andare sul mercato e staccarsi dalla holding.
Sempre rispondendo alle domande dei parlamentari, Pansa ha affermato che «BredaMenarini Bus è fonte di perdita del nostro gruppo»: secondo le ultime stime il rosso per il 2013 si aggira tra i 150 e i 180 milioni; cui vanno aggiunto 100-120 milioni di accantonamenti per appalti gravati da contenzioso. Inoltre, il manager ha sottolineato come si stia «lavorando, di concerto con il Ministero dello sviluppo, a più di un’operazione possibile, volta a preservare stabilimenti e dipendenti». In quale direzione? «Stiamo lavorando a delle operazioni, di concerto con il Ministero, con cui collaboriamo quotidianamente per trovare una soluzione comune all’industria degli autobus italiana, che non riguardi solo BredaMenarini Bus ma anche altri soggetti italiani. Stiamo anche valutando alternative a questa scelta, che noi sposiamo qualora si riesca a trovare un soggetto nazionale in grado essere sufficientemente forte sul piano patrimoniale».
Per quale motivo, Pansa è tornato sull’argomento in modo così deciso? Secondo alcuni osservatori, è stato un modo per sollecitare il governo a riprendere il progetto che prevedeva il passaggio di AnsaldoBreda e Ansaldo Sts (il gruppo leader nella segnaletica ferroviaria con i conti in attivo)
sotto il cappello del Cassa Depositi Prestiti, per la costituzione di un grande gruppo dei trasporti, visto che Cdp controlla già Fincentieri. E che è già intervenuta per acquistare il pacchetto di maggioranza di Ansaldo Energia, dando ossigeno finanziario a Finmeccanica. La “moral suasion” di Pansa sbloccherà la situazione? Di sicuro ha provocato la reazione dei parlamentari: Guglielmo Epifani (Pd) ha fatto capire che sul tema sarà chiamato un rappresentante del Governo in Commissione.


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