Chiamata serba per il Lingotto

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Panda è realtà , una realtà  italiana concreta, la macchina per tutti pronta dal 20 dicembre per essere venduta anche in questo tempo di crisi. Una Panda 100×100, un’idea di Olivier Francois, responsabile del marchio Fiat e chief creative officer del gruppo Fiat-Chrysler, che ha pensato una formula commerciale inedita per poter acquistare la Panda con 100 euro al mese, da dilazionare in 100 mesi. Una trovata che prevede anche la possibilità  di poterla sostituire con un’altra vettura e contempla un’assicurazione in caso di perdita del lavoro, che cautela il venditore e tranquillizza l’acquirente, molto simile a quello che avviene in campo immobiliare al momento della stipulazione di un mutuo. Si tratta della Fiat di oggi, ma Sergio Marchionne guarda oltre: a gennaio ci sarà  a Detroit la presentazione della Dodge Dart, la vettura costruita sul pianale C Wide (lo stesso della Giulietta) che Fiat aveva annunciato agli americani quando è stata firmata l’alleanza con Chrysler. Un’auto che percorre 40 miglia con un gallone, la vettura che permetterà  a Fiat di conquistare un altro 5% di Chrysler. Da lei deriverà  una berlina con il marchio Fiat che sarà  venduta in Cina, dal luglio 2012. Un prodotto determinante per arrivare a centrare l’obiettivo dei 5,9 milioni di veicoli prodotti nel 2014.
Ieri, in Serbia, Alfredo Altavilla, amministratore delegato dell’Iveco e capo di Fiat Power Train, ha fatto visitare lo stabilimento di Kragujevac al presidente serbo Boris Tadic, che ha potuto constatare l’avanzamento dei lavori di costruzione dei fabbricati e testare il monovolume Fiat L0, pronto per essere esposto a marzo a Ginevra, al Salone dell’Automobile. «Un’occasione importante per tutto il gruppo Fiat — ha detto Altavilla — qui inizia il percorso di un nuovo modello, che andrà  dalla Serbia nel mondo intero, con standard di produzione e di tecnologia tra i più evoluti all’interno del Fiat Group». Un veicolo costruito sulla piattaforma B Wide, che ha visto un investimento di 940 milioni di euro, una forza lavoro costituita da 2.400 dipendenti, di cui 2.000 operai. Lo stesso telaio, predisposto per la trazione integrale, verrà  portato a Mirafiori dove dal 2012 con un investimento di un miliardo di euro inizieranno ad essere installate le linee di montaggio da cui usciranno, l’anno successivo, tre macchine: una Jeep (la prima Jeep made in Italy); un Suv fuoristrada siglato Fiat; un’Alfa Romeo, quella che succederà  alla Mito a cinque porte. E che non avrà  nulla a che fare con la Mito di oggi, ma sarà  solo della stessa categoria. Pedine che sembravano scomposte, disordinate su un tavolo, ma che ora tornano tutte, bene allineate, al loro posto.
In un’altra fabbrica italiana, quella di Grugliasco (la ex Bertone dove Fiat ha investito 500 milioni di euro) è già  stata attivata la catena di produzione da cui uscirà , sempre il prossimo anno, la Maserati del segmento E. La macchina Premium, su cui sono stati stanziati 500 milioni di euro, garantendo l’occupazione di circa mille salariati. Questo è il futuro prossimo, ma Roberto Giolito, il designer della Panda e della 500, ha già  tracciato le linee e le forme del futuro remoto di Fiat: auto che ribaltano i canoni cristallizzati dei segmenti attuali, proponendo un nuovo concetto di mobilità . Marchionne deve solo decidere quali modelli ingegnerizzare, dove e quando produrli.


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