L’Irlanda infelice premia Sinn Féin e punisce il Labour

L’Irlanda infelice premia Sinn Féin e punisce il Labour

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Le ele­zioni euro­pee e muni­ci­pali hanno dato l’opportunità all’elettorato irlan­dese di punire i par­titi al governo, Fine Gael e il par­tito Labu­ri­sta, col­pe­voli di aver impo­sto poli­ti­che di auste­rità volute dalla troika. Dif­fe­ren­te­mente da quanto osser­vato altrove in Europa, in Irlanda è stato Sinn Féin, par­tito di sini­stra, ad appro­fit­tare dello scon­tento popo­lare. Con il 20.47% dei voti, ha quasi rad­dop­piato l’11.24% del 2009, e ha vinto tre seggi nella Repub­blica dell’Irlanda e un altro in Irlanda del Nord, con­fer­man­dosi non solo come il più grande par­tito di sini­stra dell’isola, ma anche come il più grande in asso­luto in ter­mini di voto. Il risul­tato di Sinn Féin è il migliore dalle ele­zioni del 1918, quando l’Irlanda era unita sotto l’Impero Britannico.

Le dif­fi­coltà che Sinn Féin ha dovuto affron­tare durante la cam­pa­gna elet­to­rale non sono state poche. Il giu­di­zio del «Smi­th­wick Tri­bu­nal», che ha evi­den­ziato la col­lu­sione tra la poli­zia Irlan­dese e l’Ira nell’assassinio di due agenti del Ruc (l’ormai defunta poli­zia del Irlanda del Nord) nel1989, ha pub­bli­ca­mente rie­vo­cato un momento cupo della lotta armata dell’Ira. L’arresto e la deten­zione per quat­tro giorni di Gerry Adams, pre­si­dente del Sinn Féin, per una sua pre­sunta respon­si­bi­lità nella scom­parsa e ucci­sione di Jean McCon­ville, gio­vane vedova e madre di undici bam­bini, a Bel­fast nel 1972, ha sot­to­li­neato i pas­sati vio­lenti di alcune per­so­na­lità del par­tito. Que­ste vicende lo hanno reso vul­ne­ra­bile alle cri­ti­che dei rivali poli­tici. L’ascesa di Sinn Féin è legata all’espansione del suo bacino elet­to­rale oltre le sue roc­ca­forti tra­di­zio­nali (zone di con­fine tra il Nord e la Repub­blica e i quar­tieri popo­lari di Dublino), riu­scendo ad accu­mu­lare con­sensi senza pre­ce­denti nei col­legi elet­to­rali bene­stanti del sud di Dublino, in città come Gal­way e Lime­rick, e zone rurali dove mai aveva avuto un suc­cesso elet­to­rale di tale por­tata. In totale ha vinto 157 dei 949 seggi nelle ele­zioni municipali.

Seb­bene al momento man­chino dati sulle euro­pee, si può ragio­ne­vol­mente con­clu­dere che sono state que­ste stesse fasce sociali a soste­nere il par­tito anche nelle ele­zioni euro­pee. La con­qui­sta di que­sti voti è dovuto a vari fat­tori: il 33% dei can­di­dati pre­sen­ta­tisi alle muni­ci­pali, e due dei tre alle euro­pee, sono donne, pre­sen­tate con l’intento di atti­rare l’elettorato fem­mi­nile; il 24% dei can­di­dati sono sotto i 35 anni (e di que­sti, il 91% è stato eletto). Inol­tre, sce­gliendo can­di­dati estra­nei all’area repub­bli­cana, il par­tito è riu­scito a nor­ma­liz­zarsi nella per­ce­zione dell’opinione pub­blica ed è riu­scito nel dif­fi­cile com­pito di non alie­nare le sim­pa­tie dei mili­tanti irri­du­ci­bili, tro­vando un deli­cato equi­li­brio tra i nuovi elet­tori e il noc­ciolo duro repub­bli­cano. Anche nella Repub­blica, soprat­tutto nelle ele­zioni muni­ci­pali, il par­tito ha pun­tato su alcuni can­di­dati con forti cre­den­ziali repub­bli­cane, come Mala­chy McCreesh a Lime­rick, fra­tello di Ray­mond McCreesh, con­si­de­rato un eroe dai dopo la sua morte in seguito allo scio­pero della fame nel 1981.

Inol­tre, la pro­dut­ti­vità dei suoi depu­tati in par­la­mento, soprat­tutto del vice-presidente del par­tito, Mary Lou McDo­nald, e il por­ta­voce finan­zia­rio, Pearse O’Doherty, ha man­te­nuto il par­tito sulla ribalta poli­tica. Le loro cri­ti­che per­si­stenti con­tro l’austerità sono riu­scite a dare l’impressione che fosse l’unico par­tito dav­vero impe­gnato a pro­porre alter­na­tive ai tagli sociali e all’imposizione di nuove tasse uni­ver­sali – sull’acqua pub­blica – che afflig­gono i ceti sociali più vul­ne­ra­bili. Gene­ral­mente Sinn Féin si con­tende con il par­tito Labu­ri­sta il voto delle classe popo­lari. I labu­ri­sti, da quando sono la com­po­nente di mino­ranza nella coa­li­zione gover­na­tiva, hanno dra­sti­ca­mente dimi­nuito i con­sensi dal 13.9% (2009) al 5.3% (2014).

Le poli­ti­che di auste­rità hanno con­dan­nato il par­tito alla peg­giore scon­fitta della sua sto­ria elet­to­rale. Gli altri a sini­stra, L’Alleanza Popolo Prima del Pro­fitto e il Par­tito Socialista,si sono mostrati divisi cau­sando la per­dita di un seg­gio socia­li­sta a Dublino.

Il par­tito di Adams, si trova in una posi­zione di forza in vista delle ele­zioni par­la­men­tari che, a causa del crollo labu­ri­sta, potreb­bero tenersi prima della sca­denza del man­dato. Se così fosse Sinn Féin avrebbe buone pos­si­bi­lità di essere al potere, sia nella Repub­blica d’Irlanda che al Nord, durante il cen­te­na­rio della sto­rica, e sim­bo­li­ca­mente carica di signi­fi­cati, Rivolta di Pasqua del 1916.


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