“Tregua in Siria da sabato” telefonata tra Obama e Putin Assad: “Elezioni il 13 aprile”
MOSCA Troppe scene di sangue e di morte nelle ultime ore dalla Siria, Putin e Obama stringono i tempi e, dopo un breve colloquio telefonico, annunciano un accordo per un cessate il fuoco da sabato 27 febbraio. In realtà si tratterebbe soprattutto dell’inizio di una guerra finalmente coordinata, e quasi da alleati, ma solo contro il nemico comune: i militanti dello Stato Islamico e l’organizzazione Al Nusra, vera e propria filiale di al Qaeda in terra siriana. Usa e Russia studieranno insieme attacchi e strategie con una sinergia di intelligence militare già provata segretamente nei mesi scorsi.
Tutte le altre organizzazioni di combattenti, se faranno in tempo ad aderire al trattato entro venerdì, saranno invece risparmiate sia dagli attacchi delle aviazioni russa e americana che dall’offensiva dell’esercito governativo. Il tutto dovrebbe portare a un miglioramento della situazione generale, favorire gli aiuti ai profughi e aprire nuovi sviluppi per una trattativa politica.
Tra gli schieramenti che hanno la possibilità di beneficiare della tregua ci sono anche due gruppi che Mosca considera pericolosi e che bersaglia da tempo con i suoi missili. Si tratta degli Uomini Liberi della Grande Siria (Ahar al Shaam) e dell’Esercito dell’Islam (Jund al Islam). Due organizzazioni salafite che mirano ad abbattere il regime del presidente Assad. Mosca ha tentato fino all’ultimo di inserirle nel pacchetto dei nemici, anche per tranquillizzare Assad che continua a chiedere al Cremlino di garantirgli una via d’uscita lenta e sicura. Alla fine Putin ha deciso di cedere, e il presidente Assad ha annunciato elezioni politiche il 13 aprile. Di certo, in questa settimana di margine fino al cessate il fuoco gli attacchi dei Sukhoj russi e dei tank siriani contro i nemici di Assad saranno massicci.
Mentre un comunicato della Casa Bianca precisava che «l’accordo è un passo ulteriore verso un processo di pace», Putin decideva di rompere il silenzio dei media durante il ponte festivo per la Giornata nazionale delle Forze Armate e interveniva alla tv Rossija con toni sobri ma soddisfatti: «Questo accordo può diventare un esempio mondiale per il futuro della lotta al terrorismo». E al contempo rassicurava i russi sul terrorismo: «Colpiremo lo Stato Islamico fino alla vittoria».
Resta aperto il tema Turchia. Erdogan, che oggi ha ricevuto il nostro ministro Gentiloni, continua a essere al centro delle accuse russe. Ieri anche un giornale turco riferiva di prove sull’aiuto militare turco a militanti dell’Is, pubblicando intercettazioni pesanti sulla gestione congiunta dei transiti al confine. La Russia chiede agli Stati Uniti di fare qualcosa di visibile contro l’alleato «scorretto». Se ne parlerà in altre telefonate più riservate tra i due leader previste già nei prossimi giorni.
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