Così il Fondo pianifica il default della Grecia

Così il Fondo pianifica il default della Grecia

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Una teleconferenza di due settimane fa getta altre ombre sulla condotta delle istituzioni creditrici. Duro l’esecutivo ellenico: «Progetti pericolosi». Pressioni anche su Angela Merkel

L’infinita crisi greca, incancrenita dall’austerità imposta dai creditori, si arricchisce, ora, di un nuovo capitolo, con importanti rivelazioni. Wikileaks ha deciso di pubblicare un colloquio-chiave tra il responsabile del dipartimento europeo del Fondo Monetario Internazionale, Poul Thomsen, la rappresentante dell’Fmi al tavolo negoziale, Delia Velculescu e la responsabile del “gruppo tecnico” del Fondo, Iva Petrova. Si tratta di una teleconferenza tenutasi due settimane fa, dalla quale emerge, tra le altre cose, che l’Fmi desidera che la riduzione del debito sia posta subito all’ordine del giorno, nelle discussioni tra Atene e i rappresentanti delle istituzioni creditrici.

Più nel dettaglio, Thomsen mostra di voler esercitare pressioni sulla cancelliera Merkel in questo senso, facendo capire che – altrimenti – il Fondo si sfilerebbe dal gruppo dei creditori e dal programma di assistenza alla Grecia. Va ricordato che in Germania, la partecipazione dell’Fmi al programma di aiuti è visto come una garanzia, ritenuta, da molti esponenti politici, irrinunciabile. Il dialogo sarebbe avvenuto il 19 marzo e le sorprese non sembrano finire qui. Secondo Wikileaks, prendendo la parola, Poul Thomsen ha voluto sottolineare: «In passato, solo una volta siamo arrivati a una decisione. Ed è stato quando i greci hanno corso il pericolo di rimanere senza soldi e di andare in default». Secondo Thomsen, stando alla trascrizione del dialogo, «una cosa del genere potrebbe accadere nuovamente».

Fonti del governo di Atene, commentando le rivelazioni, hanno voluto far notare che si tratta di pericolosi progetti a cui sembrano lavorare esponenti dell’Fmi, con il possibile scopo di arrivare a un default della Grecia e destabilizzare l’Europa intera. Ed è chiaro che tutto ciò conferma quanto sottolineato più volte, nei mesi scorsi, dal governo di Alexis Tsipras: che in realtà, le istituzioni creditrici, molto spesso non hanno un piano di azione comune e cercano di nascondere le loro divergenze addossando le responsabilità all’esecutivo ellenico. Dal dialogo, quindi, risulta che Thomsen avrebbe preferito che la rappresentante del fondo non tornasse ad Atene per continuare gli incontri con il governo, in modo che la valutazione dei progressi compiuti dalla Grecia nell’applicazione del programma potesse andare di rinvio in rinvio, sino a luglio. A quel punto, secondo questo presunto piano, Atene si troverebbe senza soldi in cassa e dovrebbe accettare ulteriori interventi “lacrime e sangue”. Oltre a voler esercitare pressioni sulla Merkel, secondo Wikileaks, Thomsen è contrario a «cedere» alle richieste del governo greco, e quindi a trovare un punto di accordo.

La pubblicazione del contenuto della teleconferenza mostra che si tratta di un gioco di potere in cui si mira a mettere l’avversario, la parte debole, con le spalle al muro. Come sottolinea anche la stampa greca, la stessa rappresentante del Fondo alle trattative col governo di Syriza, Delia Velculescu, nel corso di questo riservato “colloquio a tre”, giudica negativamente il compromesso dello scorso luglio, poiché, constata, dà alla Grecia la possibilità di rifiutare nuove misure di austerity. Tutto ciò, mentre i creditori chiedono all’esecutivo ellenico di procedere a un nuovo taglio delle pensioni e l’Fmi continua il gioco del bastone e della carota: è a favore della riduzione del debito pubblico greco – poiché lo ritiene non gestibile – ma continua a premere perché si approvino nuovi tagli nel budget dello stato e nel welfare.

Il Fondo «non vuole commentare fughe di notizie», e ribadisce che la soluzione è «mettere la Grecia su una strada sostenibile di crescita, con delle riforme credibili e una riduzione del debito da parte dei partner europei». Ma esponenti vicini ad Alexis Tsipras sottolineano che rivelazioni come queste non possono che minare la fiducia reciproca. Tsipras si è riunito con il ministro delle finanze Efklidis Tsakalotos e degli esteri Nikos Kotziàs, e ha informato anche il presidente della Repubblica Prokopis Pavlòpoulos. Si tratta di difficoltà che il leader di Syriza aveva messo, probabilmente, già in conto, ma che smentiscono, senza ombra di dubbio, tutti coloro che ultimamente hanno provato a sostenere che «alla fine, davanti alla Troika, tutti i governi sono praticamente uguali».



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