Fast food, lotta globale per il salario minimo

Fast food, lotta globale per il salario minimo

Loading

Movimenti. Gli stati di New York e della California hanno aumentato il salario minino a 15 dollari. La sfida ai candidati democratici alla Casa Bianca. L’appoggio di Bernie Sanders: “Il governo degli Stati Uniti è il primo a non pagare decentemente i lavoratori”. La battaglia comune con gli insegnanti e la creazione di coalizioni sociali con gli infermieri e altri.

«Fight for 15» è un movimento potente. In occasione della giornata mondiale di mobilitazione per i «chain-workers», i lavoratori dei fast food, ha ricordato le recenti conquiste della battaglia per il salario minimo negli Stati Uniti. Lo stato di New York lo ha fissato a 15 dollari all’ora, come richiesto dal movimento. Anche la California ha fatto lo stesso. La battaglia si è estesa anche ad altre categorie: gli infermieri della Pennsylvania, ad esempio, hanno conquistato la stessa cifra. Negli Stati uniti «ci sono dieci milioni di lavoratori che stanno uscendo dalla povertà grazie a queste vittorie gigantesche e ispiratrici».

I lavoratori dei fast-food statunitensi ieri sono scesi in piazza in più di 300 città e hanno coinvolto decine di migliaia di lavoratori sottopagati nei campi dell’assistenza domiciliare ai malati, nella cura dei bambini, gli insegnanti. Una composizione socio-professionale, sostenuta dai sindacati, che ha imposto anche nel dibattito dei candidati democratici alla Casa Bianca di esprimere una posizione su una lotta che ieri è stata sostenuta in 40 paesi di sei continenti diversi.

Bernie Sanders sostiene il movimento e a Washington ha annunciato che, da presidente, sosterrà una legge per aumentare il salario minimo a livello federale a 15 dollari e rafforzerà l’azione sindacale. La sua intenzione è di riconoscere ai sindacati un maggiore potere di contrattazione. Hillary Clinton invece sostiene un salario minimo a 12 dollari a livello federale, lasciando la possibilità ai governi locali di alzarlo caso per caso. La candidata si è soffermata poco fino ad oggi su come intende rafforzare i sindacati.

La marcia di protesta contro i Mcsalari, ieri a Los Angeles, California
La marcia di protesta contro i Mcsalari, ieri a Los Angeles, California

Già nel settembre 2015 Sanders ha sostenuto che negli Usa non esiste giustizia. Chi paga poco i lavoratori non è solo McDonalds o Burger King o Walmart. è il governo degli Stati Uniti. Sanders intende fare quello che non è riuscito ad Obama: portare a 15 dollari il minimo per i contratti dei lavoratori pubblici.

In Italia è stata la Filcams a raccogliere la mobilitazione lanciata dai sindacati e dall’auto-organizzazione dei fast food workers americani. Il 6 maggio è stato convocato uno sciopero «per denunciare l’insostenibile situazione del mancato rinnovo del contratto nazionale scaduto da più di tre anni» sostiene Cristian Sesena , segretario nazionale della Filcams. Oggi a Firenze è previsto un coordinamento nazionale per preparare la mobilitazione.



Related Articles

Gli scoraggiati sono oltre un milione “Qui non c’è speranza, inutile cercare un posto”

Loading

 Flop dell’ufficio di collocamento, regna sempre la raccomandazione.  È come se l’intera popolazione di Milano avesse rinunciato alla possibilità  di lavoro. Nei dati Istat ci sono anche 605mila sottoccupati part time (+34 per cento in un anno) 

Un Paese dimenticato

Loading

Siamo appesi da almeno otto settimane all’altalena dei mercati finanziari e stiamo dimenticando cosa avviene nel frattempo nel Paese reale? È questa la prima domanda che viene spontanea come reazione — anche autocritica — alla tragedia di Barletta.

Libia. Spartizione tra Tripolitania e Cirenaica, l’Italia conta sempre meno

Loading

Il nocciolo vero della questione è la divisione delle risorse petrolifere. Per evitare l’escalation del conflitto non ci sono altre soluzioni

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment