“Lui c’è ancora” Le ultime ore con i compagni di tutta la vita

“Lui c’è ancora” Le ultime ore con i compagni di tutta la vita

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ROMA Radio Radicale ha appena dato l’annuncio: Marco Pannella è morto. E mentre dall’emittente si libera nell’etere il “Requiem” di Mozart, sul balcone al quarto piano della clinica nel cuore del quartiere Coppedè, due ragazzi si abbracciano. Disperati e sfiniti.

Sono Laura Hart e Matteo Angiolo, militanti e angeli custodi di Pannella, che per tutta la notte lo hanno vegliato. Ultimo atto d’amore dopo due mesi trascorsi accanto a lui nella casa di via della Panetteria a due passi da Fontana di Trevi, quando le condizioni di salute del vecchio guru stavano precipitando. Dentro nella stanza, ad accarezzare Marco c’è la compagna di una vita, Mirella Parachini, e la storica radicale Rita Bernardini. E c’è Sergio D’Elia, militante ed ex terrorista di Prima Linea durante gli anni di Piombo. Ha gli occhi lucidi e stanchi quando scende giù in strada a parlare coi tanti che sono venuti a dare l’ultimo saluto al loro leader. «Carismatico come nessuno». «Generoso con tutti». Parla di Marco al presente D’Elia «perché lui ha sempre fatto le sue battaglie con la compresenza dei vivi e i morti. È stato il mio salvatore, la persona che mi ha aiutato a rinascere, a lasciare alle spalle una vita precedente fatta di violenza. Chi altri avrebbe potuto fidarsi di uno come me ?».

I vivi e i morti. Anche Rita Bernardini racconta di come Pannella non dimenticasse mai chi non c’è più. «Quando se ne è andato Sergio Stanzani (ex segretario del partito Radicale, ndr) – spiega – Marco continuava a parlargli. Ecco, Marco c’è. C’è perché è sempre stato convinto di questo per gli altri». Poi il pensiero di Bernardini va alle ultime settimane: «Sono state durissime. Ma insieme abbiamo continuato a parlare, scherzare, commentare le notizie. Quando la sera lo salutavamo dicendogli “a domani” lui rispondeva “a subito” riuscendo a darci ancora la forza e l’entusiasmo, anche se stava davvero male».

Una malattia contro cui ha combattuto come un leone, le “bionde” però nonostante il cancro al polmone, non le ha mai buttate. Due pacchetti di Marlboro rosse al giorno. «Non c’è foto in cui non abbia una sigaretta in mano», dice Giuliana Graziani che si definisce una militante della prima ora «quando ancora tra noi ci chiamavamo compagni».

Giuliana abita in zona, saputa la notizia si è precipitata. Non può salire in stanza. «Ma non importa», dice. Le bastano i ricordi. «Quando l’ho visto la prima volta Marco era bello come il sole. È stato il grande statista che non ha mai governato». Accanto a lei c’è una ragazza. È sintonizzata col cellulare su Radio Radicale: «Pannella era “speranzogeno” » dice un radio ascoltatore. La ragazza sorride e depone una rosa.

Oggi ci sarà la camera ardente alla Camera dei deputati, in serata la veglia nella sede dei Radicali a Torre Argentina. Domani l’ultimo saluto a piazza Navona, la piazza di tante vittorie nel nome di Pannella.



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