Da Atene il monito di Obama “La globalizzazione cambi rotta”
ATENE. Obama sceglie Atene, «la culla del pensiero occidentale », e una lectio magistralis sulla democrazia per difendere a 360° il bilancio del suo mandato alla Casa Bianca e per punzecchiare con qualche colpo di fioretto, senza mai nominarlo direttamente, Donald Trump. «Io e il presidente eletto non possiamo essere più diversi», ha ammesso nel suo ultimo discorso ufficiale. «Ma la democrazia Usa è più grande delle singole persone. E per questo farò il possibile per garantire una transizione serena». Concetto che non gli ha impedito di mettere qualche puntino sulle “i”: «C’è chi dice che oggi sia più efficiente governare Paesi con governi autoritari (ogni riferimento alla Russia di Vladimir Putin è tutt’altro che casuale, ndr). Io per necessità ho lavorato con tutti, anche con nazioni dove ci sono le elezioni, ma non il diritto al dissenso. I nostri valori ci impongono però di sostenere chi crede nell’autogoverno. Per questo l’Ucraina deve poter decidere del suo destino ». Se non fosse possibile, «sono certo che la Nato, che non è mai stata così forte, risponderà alle richieste di difesa di ogni alleato — ha detto senza troppi giri di parole — come hanno sempre fatto tutti i presidenti, democratici e repubblicani».
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