Droghe. Livelli di assistenza, il diritto di aver salva la vita

Droghe. Livelli di assistenza, il diritto di aver salva la vita

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Fuoriluogo. In mancanza di una guida al Dipartimento nazionale per le dipendenze sotto la Presidenza del Consiglio, tocca al Ministero della salute e soprattutto alle Regioni prendere l’iniziativa, coordinarsi, definire un Atto di indirizzo, imporre un’Intesa, non al ribasso, sul piano nazionale

La questione «droga» non è nel contratto di governo Lega-5 stelle. Se ne è parlato invece il 14 giugno a Torino in un incontro nazionale indetto dal mondo associativo e dalla Regione Piemonte.

In quanto materia divisoria, rimane fuori da ogni iniziativa legislativa da parte della maggioranza. Il vuoto istituzionale degli ultimi 10 anni, già debitorio di due mancate Conferenze nazionali, sarà eventualmente riempito solo da interventi dettati dall’emergenza.

Le stesse proposte di legge di minoranza, o di iniziativa popolare, sono destinate ad approdare su un binario morto, come già avvenuto per la scorsa legislatura. Rimane l’«ordinaria amministrazione» che, nel contingente, prevede un adempimento: la definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) che contemplano anche la Riduzione del danno in tema di dipendenze e consumi di sostanze psicoattive.

L’applicazione del Dpcm del 12 gennaio 2017 (art.28, lettera K) trasforma in diritti esigibili, per tutti i cittadini italiani, le prestazioni di Riduzione del danno e di Limitazione dei rischi. In tal modo dovrebbero finalmente essere messi a sistema, come servizi, una pluralità di interventi e iniziative che si protraggono in uno stato di estrema precarietà fin dalla metà degli anni ’90. Sono progetti di riduzione della mortalità per overdose e per Aids, ostinatamente voluti, portati avanti e difesi da minoranze attive di operatori, di associazioni della società civile, di Amministrazioni e di gruppi di consumatori, che si sono di continuo confrontati con finanziamenti a singhiozzo e polemiche ideologiche strumentali.

Prevalenti nelle aree metropolitane e diffusi maggiormente al nord Italia, gli interventi di riduzione del danno non ricoprono l’intera capillarità del territorio nazionale. Con la realizzazione dei Lea, gli Interventi salvavita come la somministrazione e distribuzione di Narcan e di siringhe sterili, le unità di strada e i drop- in, e anche il controllo del contenuto delle sostanze illegali nei luoghi di consumo, saranno «dovuti», in quanto prestazioni-base, in tutto il Paese. Il loro costo non elevato, è stimato intorno al 5% della spesa complessiva che le Regioni investono ogni anno sui servizi per le dipendenze.

I Lea della riduzione del danno si devono (la legge va rispettata) e si possono realizzare (la spesa è sostenibile). Ma nulla è scontato. Le complicazioni e le sorprese delle vicende “applicative” dei decreti sulla cannabis terapeutica insegnano! Burocratismi, contrarietà ideologiche e tagli alla spesa sanitaria possono convergere nell’allungamento a tempo indeterminato dei tempi di realizzazione e nell’annacquamento del risultato. In mancanza di una guida al Dipartimento nazionale per le dipendenze sotto la Presidenza del Consiglio, tocca al Ministero della salute e soprattutto alle Regioni prendere l’iniziativa, coordinarsi, definire un Atto di indirizzo, imporre un’Intesa, non al ribasso, sul piano nazionale.

Nel frattempo il gruppo di lavoro della regione Piemonte, composto da operatori del pubblico e del privato non profit, e da rappresentanti dei consumatori, ha definito il disegno tecnico progettuale, un vero e proprio piano di fattibilità di realizzazione dei Lea della riduzione del danno, che può costituire un utile piattaforma di confronto per la discussione interregionale. Questo impegno può fornire la spinta necessaria per la creazione di altrettanti tavoli e momenti di confronto in tutte le Regioni d’Italia.

Focalizzarsi sui Lea significa riproporre l’attenzione sulla Riduzione del danno, sulla necessità degli interventi salvavita, sui diritti delle persone consumatrici e dipendenti, sulla tutela della salute e sulla sicurezza di tutti i cittadini.

FONTE: Leopoldo Grosso, IL MANIFESTO



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