L’ Italia spezzata in due per un sabotaggio a cabina dell’alta velocità

FIRENZE. Almeno 40 treni ad alta velocità cancellati, così come altrettanti convogli regionali toscani e interregionali diretti da e verso la capitale. Con un blocco della circolazione, sia sulla linea direttissima che sulla “lenta” Firenze-Roma, durato fin dopo l’ora di pranzo. E con ripercussioni nell’intera giornata sia sulla linea ferrata che nelle affollatissime stazioni interessate, da Milano e Venezia fino a Napoli, visti i ritardi di almeno tre ore dei treni anche nel pomeriggio e in serata.
A provocare il lunedì nero del trasporto ferroviario, sulla colonna vertebrale del sistema rotabile italiano, un incendio doloso innescato all’alba a una cabina elettrica dell’alta velocità, all’altezza della stazione di Rovezzano, alla periferia sud del capoluogo toscano. Le prime informative di Polfer e Digos hanno segnalato che gli attentatori hanno bruciato i fili della cabina elettrica in due punti diversi, e danneggiato due pozzetti con le canalette di trasmissione dati, per bloccare il traffico in ogni direzione.
Su questa base la procura fiorentina ha aperto una inchiesta, con l’ipotesi di reato di attentato alla sicurezza dei trasporti. Per ora a carico di ignoti, anche se tutta una serie di elementi hanno indirizzato gli investigatori verso la pista anarco-insurrezionalista, nel giorno in cui in città si attendeva la sentenza di primo grado per 28 giovani anarchici a processo per piccoli episodi, ad eccezione dello scoppio di un ordigno artigianale messo la notte di Capodanno 2017 davanti a una libreria vicina a Casa Pound, nel quale rimase seriamente ferito un artificiere della polizia.
Sul fronte politico la vicenda ha fatto naturalmente da detonatore delle contraddizioni interne al governo in tema di alta velocità. Anche impropriamente, Matteo Salvini – in visita a Firenze per la firma dell’intesa tra ministero dell’Interno e Regione Toscana per l’attuazione del numero unico di emergenza europeo 112 – ha approfittato dell’occasione per ribadire la linea leghista: «Se sarà confermata la pista anarchica, verificheremo eventuali collegamenti con i No Tav che negli ultimi giorni hanno aggredito le forze dell’ordine. I cantieri Tav li andrò a visitare prestissimo, perché è un’infrastruttura fondamentale, e non sono più accettabili i ‘no’, i ritardi e i rinvii da parte del ministro Toninelli. Non solo sulla Tav, perché mi risulta che ci sono decine e decine di opere pubbliche in tutta Italia, al nord al centro e al sud, ferme al ministero delle Infrastrutture».
A stretto giro la risposta dell’altro vicepremier Luigi Di Maio: «Se le ipotesi saranno confermate saremmo davanti a un vero e proprio attentato allo Stato. Un atto a tutti gli effetti sovversivo, che oggi sta danneggiando migliaia di persone e lavoratori». Ma il leader del M5S ha voluto anche puntualizzare: «Non si provi a strumentalizzare quanto accaduto per fare il tifo a favore o contro la Torino-Lione. L’alta velocità la prendiamo tutti i giorni, è la normalità delle nostre giornate. Anzi l’alta velocità servirebbe anche al sud, come una Roma-Matera, capitale europea della cultura, ad esempio. E spero si completi il prima possibile la Napoli-Bari».
Ad approfittare della situazione anche i sostenitori del progetto di doppio tunnel fiorentino di sette chilometri dell’alta velocità, con annessa stazione sotterranea nell’area Belfiore-Macelli. «In Toscana, visto che ancora non esiste la stazione del sottoattraversamento per l’alta velocità – ha commentato il presidente toscano Enrico Rossi – tutti i treni passano sugli stessi binari. C’è anche un solo ponte sull’Arno, e a Rovezzano si crea un tappo. Servirebbe un nuove ponte, ed è necessario ultimare al più presto i lavori dell’alta velocità e della nuova stazione». Sulla stessa linea la Filt Cgil e la Camera del Lavoro fiorentina: «Questo grave episodio evidenzia l’importanza del nodo ferroviario di Firenze, e l’esigenza si procedere con gli investimenti stanziati e i progetti previsti per il completamento dell’alta velocità».
Poco prima dell’ora di cena è infine arrivata la condanna della Corte di assise di Firenze per tre dei quattro anarco-insurrezionalisti accusati del ferimento dell’artificiere della polizia Mario Vece: i giudici hanno riqualificato il reato di tentato omicidio in quello di lesioni personali gravissime, e inflitto una pena di 9 anni e 6 mesi a Pierloreto Fallanca, 9 anni 10 mesi e 15 giorni a Giovanni Ghezzi, e 9 anni a Salvatore Vespertino.
* Fonte: Riccardo Chiari, IL MANIFESTO
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