La pandemia non frena la spesa militare globale: nel 2020 +2,6%

La pandemia non frena la spesa militare globale: nel 2020 +2,6%

Loading

La pandemia non ha frenato la spesa militare. Nel 2020, mentre medici e infermieri negli ospedali di ogni angolo del mondo lottavano per salvare la vita dei malati di Covid, in molti casi senza avere i respiratori per le unità di terapia intensiva, i governi di molti paesi investivano 1981 miliardi di dollari per comprare altre armi, con un aumento del 2,6% rispetto al 2019. Lo rivelano i dati contenuti nell’ultimo rapporto diffuso ieri dall’International Peace Research Institute di Stoccolma (Sipri) che segue e registra vendite ed acquisti nel mondo di cacciabombardieri, carri armati, droni, sistemi missilistici, armi leggere e pesanti e molto altro. «Possiamo dire con certezza che la pandemia non ha avuto un impatto significativo sulla spesa militare globale nel 2020. Resta da vedere se i paesi manterranno o diminuiranno questi livelli durante il secondo anno di pandemia», spiega Diego Lopes da Silva, uno dei ricercatori del Sipri. Se la sua previsione, o l’auspicio, si avvererà lo vedremo tra un anno.

Sipri sottolinea che l’aumento del 2,6% della spesa militare mondiale è avvenuto mentre il Pil globale è diminuito del 4,4% – secondo i dati del Fondo monetario internazionale – e milioni di persone hanno dovuto chiudere le loro aziende e attività commerciali o hanno perduto il lavoro e sono finite in miseria a causa degli impatti economici della pandemia. Non solo. L’aumento della spesa militare è stato il più significativo dal 2009, la fase più acuta della crisi finanziaria ed economica globale. I cinque maggiori investitori nel 2020 – il 62% a livello mondiale – sono stati Stati uniti, India, Russia, Regno unito e Cina. La spesa militare di Pechino è cresciuta per il 26esimo anno consecutivo – 252 miliardi di dollari – ed è la seconda dopo quella degli Usa. «La continua crescita della spesa cinese è in parte dovuta ai piani di espansione e modernizzazione militare a lungo termine del paese, in linea con il desiderio dichiarato di mettersi al passo con le altre principali potenze militari» aggiunge Sipri.

La pandemia non ha frenato neanche la spesa militare degli Stati Uniti che ha raggiunto circa 778 miliardi di dollari, pari a un aumento del 4,4% rispetto al 2019: il 39% di quella totale nel 2020. E 12 paesi della Nato hanno speso il 2% in più del loro Pil per le loro forze armate. La Francia, ottavo spender a livello globale, ha superato la soglia del 2% per la prima volta dal 2009. Ma ci sono anche segnali in controtendenza. Alcuni paesi hanno riallocato parte della loro spesa militare investendo una porzione dei fondi stanziati per le nuove armi nella risposta sanitaria alla pandemia, come il Cile e la Corea del Sud. Altri, tra cui Brasile e Russia, hanno tagliato i loro budget militari iniziali. Anche i paesi del Medio oriente, da anni tra i principali acquirenti mondiali di armi, hanno rallentato facendo registrare nel 2020 un meno 6,5% (Arabia saudita -10%) ma hanno comunque speso 143 miliardi di dollari.

* Fonte: Michele Giorgio, il manifesto



Related Articles

La galassia dell’ultradestra che odia l’Europa

Loading

L’inquietante avanzata della Fpö a Vienna riflette un fenomeno diffuso nella Ue. Che rivela anche la debolezza dei partiti tradizionali

La crisi, la sfiducia nei partiti. L’onda globale dell’antipolitica

Loading

Al Cairo, Madrid, New York cresce la protesta antisistema: “Votare è inutile, prendiamoci il potere”

Sahara Occidentale occupato. Sfida all’Onu, passa la linea di USA e Francia

Loading

Su pressioni di Usa e Francia, alleati del Marocco, il Consiglio di sicurezza proroga di 6 mesi la missione di pace ma non dice una parola sulle violazioni di Rabat e i diritti negati ai saharawi. Dura la reazione del Fronte Polisario

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment