La sensibilità si tocca con mano, guardando passare le decine di migliaia di persone che hanno risposto all’appello sindacale per il rispetto e l’applicazione della Costituzione nata dalla Resistenza al fascismo e al nazismo. Chiedendo le dimissioni sia del ministro Valditara che del collega Piantedosi. Già un’ora prima della partenza del corteo, piazza Santissima Annunziata segna il tutto esaurito, così viene occupata via della Colonna, la strada che porta al classico Michelangelo e al dirimpettaio scientico Castelnuovo.

Colpisce subito uno striscione della Flc Cgil: “L’umanità non è un carico residuale”. “Sono parole del ministro Piantedosi sui migranti – puntualizza Gaia, insegnante – e quel ‘carico residuale’ lo qualifica per quel che è. C’è un collegamento stretto fra antifascismo e migrazioni, e mentre la scuola costruisce ponti, il fascismo edifica muri”. Poco dietro ecco lo striscione del liceo Leonardo da Vinci, quello della preside Annalisa Savino, anche lei in corteo. Solo una frase sulla stoffa: “Io non sono indifferente”. “Non c’è altro da dire – spiega la professoressa Franca circondata da colleghe e colleghi – Savino ha già scritto tutto. E i nostri studenti sono dietro di noi”.

C’è tantissima Cgil in questa manifestazione voluta dalle Rsu delle scuole fiorentine, abbracciata dai sindacati confederali e di base, da tanti insegnanti e tanti genitori, e da una marea di ragazze e ragazzi che sfilano dietro le insegne dei loro istituti e di quello di Firenze Antifascista. “Noi sappiamo chi ha messo le bombe nelle piazze, nelle stazioni e sui treni – ricorderà sul palco di piazza Santa Croce uno studente del Castelnuovo a nome di Firenze Antifascista – e oggi siamo in piazza con voi, sindacati e partiti, che però state perdendo i contatti con le periferie e con chi ci vive, con le parti più deboli della società. Ed è qui che si insinuano i fascisti”.

Davanti al Miche c’è anche Salvatore Tassinari, 94 anni di cui tanti passati qui a insegnare storia e filosofia, Lo fa ancora, è un sempreverde come i compagni dello Spi Cgil di Firenze che sfilano intonando “Bandiera rossa la trionferà, evviva il comunismo e la libertà”. “Oggi finalmente la possiamo cantare”, sorride Silvano Pini, mentre accanto a lui Ruben Cocci dà la più bella lezione della giornata: “Siamo qui per gli studenti, perché è a scuola che si impara l’antifascismo, e a non fare mai la guerra”.

A Firenze sono arrivate delegazioni delle Camere del Lavoro di mezza Italia, e fra le categorie non mancano la Funzione pubblica, la Flai con lo striscione “Antifascisti sempre, la Fiom, la Filcams e altre ancora. Nel veder passare tante compagne e compagni John Gilbert, storico delegato sindacale dell’ateneo, quasi si commuove: “Non potevano farmi miglior regalo di compleanno. E se Valditara non capisce cosa voglia dire la libertà di espressione, significa che è inadeguato a fare il ministro”.

Nel fiume in piena anche tanti labari e striscioni dell’Anpi, portati da giovani iscritti che tengono viva la memoria, e la lezione, di chi è arrivato a sacrificare la vita per la libertà e la democrazia. “Sono onorata di accompagnare questo striscione”, riassume Alice. Accanto a lei i più anziani Marietta Dolli e Giannino Poeti, che da Taurianova, in provincia di Reggio Calabria si sono fatti mille chilometri per venire qui: “Siamo la sezione Bibi Carrozza – raccontano – il nostro compito è custodire e rafforzare la memoria”.

L’affollato spezzone dei sindacati di base, Usb e Cobas, precede quello di Priorità alla Scuola e di Firenze Antifascista, strapieno di giovani perché sono state le prime realtà a sostenere gli studenti dei collettivi dopo il pestaggio del 18 febbraio, ad aiutarli nella manifestazione del 21, e a denunciare i tanti sgomberi delle scuole decisi da presidi indifferenti alle richieste dei loro allievi. Le bandiere di Rifondazione, quelle di Sinistra italiana e alcune di Pd e 5 Stelle in chiusura. Mentre i consiglieri comunali fiorentini della Sinistra Progetto Comune, Antonella Bundu e Dmitrij Palagi, passano a poca distanza dagli indomiti operai della Gkn, a sostegno dei quali ci sarà più di un intervento dal palco di Santa Croce.

“Il nostro auspicio – commenta alla fine il segretario della Cgil Toscana, Rossano Rossi – è che questa giornata possa segnare una svolta per difendere con sempre maggior forza i diritti sociali, costituzionali e del lavoro. E se la politica vuole recuperare la fiducia della gente, deve ripartire da piazze come quelle di oggi”. Accanto a lui Maurizio Landini: “Questa manifestazione è la più bella risposta che si può dare a chi pensa e pratica atti squadristi e di violenza, a chi vuole tornare indietro. La democrazia va difesa e praticata ogni giorno, e i valori della nostra Costituzione devono essere non solo ricordati ma anche realizzati”.

* Fonte/autore: Riccardo Chiari, il manifesto