Inquinamento: la Lombardia soffoca ma frena la direttiva europea sull’emergenza

Respinta la richiesta delle opposizioni di dichiarare lo stato di emergenza, approvato invece l’ordine del giorno per ammorbidire le richieste della Commissione europea
La pioggia non lava le polemiche sullo smog in Pianura Padana. Finita l’ultima emergenza, prima della prossima, ieri a Milano in Regione Lombardia si è tenuto un consiglio regionale straordinario, durante il quale il Partito democratico ha presentato un ordine del giorno per chiedere «con forza che venga semplicemente preso atto della realtà, che è quella di un vero e proprio stato di emergenza che riguarda la Lombardia e le altre regioni del bacino padano» ha detto in Aula la Consigliera Miriam Cominelli.
«Oltre a dichiarare lo stato di emergenza – ha aggiunto – serve che vengano investiti dei soldi, sia a livello regionale che nazionale, per affrontare in maniera corretta i temi dell’inquinamento dell’aria e della transizione ecologica».
Richiesta respinta, approvato invece l’ordine del giorno di maggioranza (Lega, FdI, Fi, Noi Moderati), che chiede alla Giunta di negoziare con la Commissione europea le istanze della Lombardia, ammorbidendo la direttiva Ue sulla qualità dell’aria.
Mentre il presidente Fontana minimizza, richiamando dati di vent’anni fa, l’opposizione attacca Regione Lombardia che «non fa altro che richiedere deroghe e accampare scuse per non affrontare seriamente il problema», il che porterebbe a metter mano al piano del traffico, ai sistemi di riscaldamento di abitazioni, uffici e spazi pubblici e commerciali e contenere lo sviluppo e le attività degli allevamenti intensivi. In aula i consiglieri regionali del M5s Lombardia si sono presentati con le maschere antigas: «I partiti che governano Regione Lombardia si rifiutano di riconoscere l’evidenza di una situazione di crisi climatica e, vittime del loro negazionismo, condannano i lombardi a un futuro con la maschera antigas» ha commentato il capogruppo Nicola Di Marco.
L’assessore regionale all’Ambiente Giorgio Maione attacca «chi invoca lo stato emergenza», perché «fa male alla Lombardia», mentre il capogruppo Pd Pierfrancesco Majorino punta direttamente Fontana: «Dice che le nostre proposte sono senza senso, ma le sue sono quelle di chi confida solo nella danza della pioggia».
* Fonte/autore: Luca Martinelli, il manifesto
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