Le tre piazze della protesta Bersani: Italia umiliataIl «Democrazia day» di Pd, Idv e Popolo viola

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Quando cala la sera, a piazza Santi Apostoli, ci sono le bandiere di quasi tutti i gruppi dell’ampia minoranza parlamentare, quella che ieri ha perduto per dodici voti alla Camera e parlano i rappresentanti di quasi tutti. Ieri, 5 aprile, «Giornata della democrazia» e tre differenti manifestazioni. Si comincia alle 14, presidio davanti alla Camera, promosso da Popolo viola, Giustizia e libertà  e Articolo 21. Il Pd ufficialmente non si affaccia, c’è il timore di nuovi lanci di monetine, come quelli contro il ministro La Russa, mercoledì. «Ogni incidente sarebbe un boomerang» , dichiara Enrico Letta. Arriva Di Pietro, che «prima che si passi dalle manifestazioni alla rivolta vera e propria» , invita i cittadini a «mettere il premier con le spalle al muro votando il referendum sul legittimo impedimento» . Ferrero, Rifondazione comunista, alla vista di Di Pietro, si allontana. Passano i finiani Granata, Buonfiglio, Perina e Menia, a titolo personale perché il capogruppo Della Vedova ha annunciato che Fli non aderisce. Viene srotolato il tricolore di 60 metri, già  utilizzato a piazza del Popolo «a difesa della Costituzione» . Ha grande successo Daniela Rosellini, impiegata di Lucca, che dice al microfono: «Siamo diventati un popolo di egoisti. Il problema dell’Italia non è Berlusconi: lui prima o poi morirà . O no?» . In cinque ore transitano alcune centinaia di «resistenti» . Ai deputati urlano: «Mafiosi!» . E ai poliziotti: «Arrestateli!» . Alle 18 il Pantheon si riempie di bandiere del Pd, ci saranno duemila persone. Bersani, elegante sul palco, dice che «politica e movimenti devono darsi la mano e l’opposizione deve essere unita: c’è un’Italia migliore!» . Elenca i peccati di Berlusconi: il Parlamento che certifica Ruby nipote di Mubarak, il caso clandestini, il dopo terremoto, la giravolta su Gheddafi: «Ci umilia davanti al mondo» . In piazza, un cartello: «Sarto subito. Leggi su misura. Confezioni nane» . Finisce con l’inno di Mameli, la Finocchiaro sale sul palco, anche lei elegante. Una signora lasciando la piazza: «Si va via da queste cose sempre più inviperiti…» . A Santi Apostoli c’è la «Notte della democrazia» . Organizzata sempre da Popolo viola, Giustizia e libertà  e Articolo 21. Ma ci sono un paio di bandiere del Pd e una dei vendoliani di Sel, dieci di Di Pietro e sei dei Verdi. Si comincia col «Dies irae» di Verdi cantato dai coristi della «Resistenza musicale permanente» . Rosy Bindi, presidente Pd, conia uno slogan: «Di giorno in Parlamento, di notte nelle piazze» . Di Pietro vorrebbe chiudere Berlusconi in un Centro di identificazione ed espulsione. Il duro di Fli Fabio Granata viene ascoltato con rispetto. Dalle 20 a mezzanotte, circa tremila persone. Un cartello: «Il vostro mito è Ruby. Il nostro è Ilda» . Boccassini.


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