“Maroni assassino”, alla Camera bufera sull’Idv

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ROMA – «Maroni assassino» era scritto su un cartello esposto alla Camera dal parlamentare Pierfelice Zazzera dell’Italia dei Valori. L’insulto è apparso in aula ieri mattina al termine dell’informativa del ministro dell’Interno Roberto Maroni. Zazzera, che è stato sospeso per due giorni, ha chiesto scusa, ma la Camera non si è fatta ammorbidire. Gianfranco Fini ha convocato immediatamente l’ufficio di presidenza di Montecitorio e ha comminato la sospensione per due sedute a Zazzera. Il cartello “Maroni assassino” – un riferimento al naufragio nel canale di Sicilia di due giorni fa, costato la vita ad almeno 250 immigrati – ha scatenato uno sdegno unanime. Immediata la reazione dei deputati della Lega: Giancarlo Giorgetti, sorpassando i commessi, ha raggiunto Zazzera, che mostrava la scritta ai fotografi, gli ha preso il cartello e l’ha strappato, mentre dai banchi del Carroccio e del Pdl si urlava “Fuori, Fuori” e “Vergogna”. Anche Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, ha chiesto scusa per l’insulto e Dario Franceschini, capogruppo del Pd, si è dissociato dal gesto. Le scuse di Zazzera non a tutti sono sembrate convincenti. «Ho superato il limite – ha detto il deputato – e per questo chiedo scusa. Forse avrei dovuto scrivere “Lega assassina” o “Maroni migrante” per evitare le polemiche. Il mio gesto non voleva essere un attacco personale al ministro Maroni, ma una provocazione e una denuncia politica per quanto sta accadendo con i migranti». Maroni ha comunque accettato la marcia indietro di Zazzera: «Incidente chiuso, non sono permaloso». E Rosy Bindi del Pd ha ricordato che per il suo “Vaffa” diretto a Fini il ministro della Difesa Ignazio La Russa non ha mai chiesto scusa.


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MILANO. Adesso che da buon ultimo se n’è accorto anche il Wall Street Journal – ma qui al paesello fa sempre notizia – forse qualcuno si darà  una mossa per dare un po’ di colore a questa smorta campagna elettorale lombarda che inspiegabilmente non decolla. E dire che, come dice la «bibbia» del gionalismo mondiale, «la Lombardia è il campo di battaglia per il voto in Italia».

LA VITTORIA DELLA RAGIONE

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È una vittoria del buon senso, prima ancora che della politica, quella ottenuta ieri alla Camera sull’asta delle frequenze televisive. E dimostra la forza dell’opinione pubblica quando si mobilita con le armi della ragione.

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