Rom, deportazioni di massa anche in Ungheria

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ROMA – Trecento rom ungheresi portati in salvo dalla Croce Rossa perché un gruppo di estrema destra ha scatenato la caccia armata ai nomadi nella cittadina di Gyà¶ngyà¶spata, un’ottantina di chilometri a nord-est della capitale. E il governo di Budapest minimizza. “Non è un’evacuazione, ma una gita pasquale”, sostiene Peter Szijjarto, portavoce del primo ministro Viktor Orbà n ai corrispondenti stranieri e ai rappresentanti del Consiglio dei Rom, di Amnesty International 1 e di altre organizzazioni non governative. 

Propaganda razzista. La “gita”, in realtà  una vera e propria operazione di salvataggio con diversi pullman scortati dalla polizia (inviata dal ministero dell’Interno dopo molte insistenze), è cominciata venerdì all’alba, dopo che per giorni e giorni per le vie della cittadina, che conta 2800 abitanti di cui circa 450 di etnìa rom, avevano imperversato le ronde del Véderà¶, un gruppo “sportivo” di autodifesa legato al partito di estrema destra Jobbik (i “migliori”), che nelle ultime elezioni ha raccolto con la sua propaganda razzista e violentemente xenofoba il 17% dei voti. Obbedendo all’ordine del partito di combattere la “criminalità  degli zingari”, nelle città  in cui ci sono comunità  rom uomini in divisa mimetica e armati di spranghe, catene e armi con proiettili di gomma hanno compiuto sanguinose incursioni. 

I pullman della Croce Rossa.
A Gyà¶ngyà¶spata la caccia agli “zingari” ha assunto le caratteristiche del progrom. I rom sono stati aggrediti per strada e le loro abitazioni sono state prese d’assedio. Per 277 di loro, che abitavano in zone indifendibili, non c’è stata altra soluzione che la fuga. La Croce Rossa 2 ha inviato dei pullman che li hanno portati in una località  segreta, probabilmente nell’area di Budapest. Nei giorni scorsi la situazione a Gyà¶ngyà¶spata si è fatta talmente grave che lo stesso governo Orbà n, notoriamente assai condiscendente verso l’estrema destra, ha ritenuto che la polizia dovesse intervenire in forza. I “cacciatori” del Véderචsono stati a loro volta cacciati dai poliziotti, che comunque, tanto per non tradire la tradizione, hanno malmenato anche molti rom. Poi è cominciata la gara a minimizzare l’accaduto. Szijjarto ha sostenuto che nella cittadina non c’è stata mai alcuna “situazione di emergenza” e che le partenze gestite dalla Croce Rrossa sono avvenute perché da tempo era stata organizzata per i rom una “gita pasquale” a Budapest. 

Una versione che non convince. Le notizie sulla vera e propria battaglia di strada che si sarebbe combattuta a Gyà¶ngyà¶spata sarebbero, secondo il portavoce, una “menzogna pura e semplice”. Lo stesso direttore generale della Croce Rossa ungherese, Erik Selymes, il quale non ha alcuna intenzione di inimicarsi il governo, ha sostenuto che le partenze non sono avvenute in una situazione di necessità  e che i 277 rom sono stati portati volontariamente “in un villaggio di vacanze vicino alla capitale”. In realtà  queste versioni edulcorate non hanno convinto né Amnesty, che da anni denuncia le discriminazioni e le persecuzioni dei rom in Ungheria e in altri paesi dell’Europa orientale, né il Consiglio centrale europeo dei rom, né i giornalisti tedeschi e austriaci che hanno riferito sul progrom di Gyà¶ngyà¶spata. E neppure i funzionari della Commissione europea, che più volte hanno chiesto spiegazioni a Budapest a proposito delle violazioni dei diritti civili delle minoranze, specialmente da quando è alla guida del paese la coalizione di destra capitanata da Orbà n. 

Il governo ungherese “sorvegiato speciale”. Il governo ungherese è considerato a Bruxelles un vero e proprio “sorvegliato speciale”, specialmente ora che (sino a fine giugno) il suo leader e i suoi ministri presiedono il Consiglio europeo. Con particolare preoccupazione sono state considerate le limitazioni alla libertà  di stampa decretate recentemente e la redazione di una nuova Costituzione ispirata a una ideologia “clericale di destra”. Il documento, che dovrebbe essere firmato il lunedì di Pasqua dal presidente Pà l Schmitt, contiene norme discriminatorie contro gli atei, gli omosessuali e i genitori single, rivendica l’esistenza di una comunità  magiara anche fuori dall’Ungheria e nel suo preambolo si proclama ispirato da una “professione di fede ungherese”.


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