Pressing della Bce sull’Italia “Spieghi la manovra azzera-deficit”

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BERLINO – Un severo invito della Banca centrale europea sulle manovre per il risanamento dei conti pubblici viene indirizzato all’Italia, e in modo implicito ma trasparente boccia ogni tentazione di procedere a sgravi fiscali in deficit. L’Italia, afferma il bollettino Bce, «deve ancora specificare le sue manovre per il 2013 e il 2014». Oltre agli interventi già  attuati o già  spiegati in dettaglio, occorrono infatti «interventi supplementari per i due anni, per un ammontare complessivo pari a circa il 2,3 per cento del prodotto interno lordo italiano»: tra i trenta e i quaranta miliardi di euro. E ciò al fine di conseguire l’obiettivo del pareggio del bilancio entro il 2014. È la maxi-manovra cui si impegnato con Bruxelles Giulio Tremonti e che lo stesso ministro vuole tradurre in un decreto legge da approvare entro l’estate.
Il problema, dice ora l’Eurotower, è che da Roma non sono venute ancora spiegazioni dettagliate su come verrà  realizzata questa manovra. Urge invece che l’Italia le presenti, vista l’ampiezza della riduzione del deficit promessa: dal 4,6 per cento del Pil nel 2010 al 3,9 di quest’anno, poi sotto il 3 per cento nel 2012 e infine il pareggio nel 2014. Spiegazioni chiare da parte italiana, dice ancora la Bce, s’impongono tanto più che il debito pubblico viaggia attorno al 120 per cento del Pil e non si abbasserà  fino al 2012.
La situazione italiana preoccupa l’Eurotower anche sullo sfondo delle crisi del debito sovrano. Negli ultimi tre mesi – dice il bollettino – «gli spread sui titoli si sono notevolmente ampliati per Grecia, Irlanda e Portogallo. Anche le tensioni nei mercati del debito sovrano di Belgio, Italia e Spagna si sono riflesse in questo periodo nelle oscillazioni relativamente ampie dei differenziali con i titoli tedeschi». Insomma, il richiamo della Bce fornisce una conferma della fragilità  dei nostri stessi conti pubblici, oltre a quelli dei Paesi “Pigs”.
«Attualmente i differenziali di rendimento fra i titoli di Stato greci, irlandesi e portoghesi e quelli tedeschi superano di oltre 300 punti base i corrispondenti livelli di maggio 2010, quando le tensioni nei mercati del debito sovrano hanno iniziato ad acuirsi». Tali tensioni, osserva l’Eurotower, «si sono aggravate a marzo del 2011, in seguito al declassamento, in diversa misura, del debito di Portogallo, Grecia e Spagna da parte delle agenzie di rating e alle incertezze degli operatori riguardo all’entità  e alla portata della European Financial Stability Facility
Tutti i governi della eurozona sono chiamati dalla Banca centrale ad attuare manovre più incisive e credibili di risanamento. In molti dei Paesi membri le misure annunciate non sono abbastanza credibili o ambiziose rispetto alla serietà  della situazione. La Bce avverte anche che l’inflazione è decisamente sopra la soglia del 2 per cento e i rischi per la stabilità  dei prezzi sono decisamente al rialzo, quindi imporranno all’istituto di agire con la massima tempestività  e vigilanza: un nuovo preannuncio del prossimo aumento dei tassi, che sembra ormai scontato per luglio e che porterà  a un rincaro del costo del denaro in tutta l’area della moneta unica, con effetti che si temono negativi per la ripresa in frenata.


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