Stati Uniti. Lo storico Ilan Pappe interrogato dall’Fbi
![Stati Uniti. Lo storico Ilan Pappe interrogato dall’Fbi](https://www.dirittiglobali.it/wp-content/uploads/2024/05/Ilan-Pappe_wk-e1715928408301-890x395_c.jpg)
Lo storico israeliano fermato per due ore all’aeroporto di Detroit. Tra le domande degli agenti, anche se considerasse genocidio l’attacco a Gaza
Lo storico israeliano Ilan Pappe lunedì scorso è stato interrogato per due ore dall’Fbi al suo arrivo negli Stati uniti all’aeroporto di Detroit. «Non erano rudi, ma le loro domande erano fuori dal mondo», ha scritto in un post su Facebook.
Gli agenti hanno chiesto a Pappe se fosse o meno un sostenitore di Hamas e se considerasse genocidio l’offensiva israeliana in corso contro Gaza. Alla fine «hanno avuto una lunga conversazione al telefono con qualcuno (israeliani?) e dopo aver copiato tutto quello che c’era nel mio telefono mi hanno autorizzato a entrare».
Nel suo post Pappe ha citato il trattamento subito dal medico britannico-palestinese Ghassan Abu Sitta, cacciato dalla Germania e sottoposto a un divieto di ingresso di un anno in Europa (poi revocato da una corte amministrativa tedesca».
Il 15 maggio ad al Jazeera Pappe, noto per le sue ricerche sulla Nakba, aveva denunciato il ruolo dei paesi occidentali: «Nel 1948 non c’era la televisione né gli smartphone. Era facile coprire la Nakba, la pulizia etnica. Credo che il livello di diniego oggi sia molto più sinistro e indecente».
* Fonte/autore: il manifesto
ph by L.Willms, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
Related Articles
Accoglienza e convivenza. E’ la Milano che cambia
Dopo l’assedio ai rom di Opera, un’iniziativa per una Milano diversa (Corriere della Sera, 20 febbraio 2007)
Accoglienza no-limits e frontiere chiuse le due ricette sbagliate contro l’emergenza
L’Africa resta cuore di tenebra: dobbiamo spezzare legame tra signori della guerra e multinazionali a caccia di materie prime
Nigeria. Quella paura negli occhi delle ragazze rapite
Nigeria. La libertà delle donne è ormai il nocciolo duro della parola