I guardiani della Rete beffati dall’attacco pirata

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ROMA— Gli hacker anonimi tornano a colpire. E stavolta la cyber-incursione messa a segno avrà  dato loro una doppia soddisfazione, visto che l’obbiettivo è il nemico numero 1 dei pirati informatici, ossia la polizia postale. Un gruppo misterioso della community LulzSec, riconducibile ai più noti Anonymous, saccheggiatori del web, ha infatti violato (hackerato, dicono loro) i database del Cnaipic, centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche.
Sottraendo migliaia di documenti riservati e mettendoli in rete. «Oggi abbiamo ottenuto l’accesso al vaso di Pandora delle agenzie anticrimine italiane» , annunciano con un comunicato sul blog di Anonymous Italy, in cui definiscono il Cnaipic «una organizzazione corrotta che anziché usare i dati ottenuti per facilitare le indagini, le ha usate per compiere operazioni illegali con la cooperazione di agenzie di intelligence straniere e varie oligarchie per saziare la loro brama di potere e soldi» .
Si tratta di circa 8 megabyte di file vari, di cui finora è stata pubblicata una minima parte. Che comprende ricostruzioni di attacchi informatici contro la procura di Genova, contro la Bank Medici e le compagnie petrolifere Petrovietnam e Gazprom.
 C’è anche un rapporto sull’operazione «Killusconi» , un tentativo di mandare in tilt il sito del Pdl. E un appunto per il capo della polizia, redatto nel gennaio del 2008, relativo agli attacchi informatici contro la Procura di Genova, in cui si segnala la fragilità  informatica degli uffici giudiziari. La polizia postale, a prescindere dallo smacco tecnologico, non sembra però eccessivamente preoccupata per la sostanza dell’attacco subito. «Stiamo eseguendo attente verifiche tecniche per accertare la reale portata degli eventi» , spiegano.
Gli investigatori cercano di capire se i contenuti dei documenti prelevati con l’Operation Italy siano autentici e da c h e computer siano stati Alcuni attivisti di si nascondono copiati e incollati. è una Il materiale finora pubblicato viene considerato poco rilevante. Al momento il server del Cnaipic non risulta violato. Non ci sarebbe traccia di effrazione. Come se, in un appartamento dove c’è stato un furto, porte e finestre fossero intatte. Il sospetto è che i pirati abbiano saccheggiato un computer che conteneva documenti di scarsa importanza e, copiato il logo, ci abbiamo poi allegato materiale «taroccato» . Anche la quantità  di dati sottratti viene ritenuta finora poca cosa. I segreti del Viminale, spiega un esperto, non stanno certo in due pennette. Non minimizza invece Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Pd: «L’attacco informatico di queste ultime ore è di una gravità  inaudita» .
L’agguato tecnologico al Cnaipic è una chiara rappresaglia contro la task force per i crimini informatici che, il 5 luglio scorso, ha denunciato quindici persone appartenenti alla cellula italiana degli Anonymous. Il giorno dopo, la misteriosa community ha preso di mira i siti di una ventina di università . I pirati del web avevano invece esordito il 6 febbraio 2011 manomettendo il sito del governo italiano, rimasto in black out per qualche ora, per poi proseguire i raid contro Camera, Senato, Eni, Enel, Finmeccanica, Rai e Mediaset.


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