Il Cavaliere resiste e blinda il partito

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ROMA— Sotto tutela? Silvio Berlusconi sa bene che è questo l’argomento, non solo in Italia ma soprattutto in Europa. Ma più gli parlano di un «commissariamento» del suo governo e più si ostina a ripetere ai suoi e a tutti quelli che lo sentono, che si tratta di un discorso sbagliato, perché allora si dovrebbe dire lo stesso per la Spagna e per tanti altri Paesi dell’eurozona. Ma la tempesta finanziaria è già  arrivata e nelle prossime ore potrebbe trasformarsi in ciclone e così ieri, nella residenza sarda di Villa Certosa, ha dovuto rinunciare all’intenso programma di passeggiate programmate, per attaccarsi al telefono e seguire l’andamento della crisi.
 Si è sentito con l’immancabile Gianni Letta, con il portavoce Paolo Bonaiuti e ha chiamato i colleghi europei in attesa che la Bce lanciasse un messaggio rassicurante sull’acquisto dei Bpt italiani. Sa bene anche, il presidente del Consiglio, che dietro al discorso sulla «tutela» si nasconde una nuova offensiva di chi punta su un suo «passo indietro» per gestire la crisi economica. Ma allo stesso tempo vede qualche spiraglio per resistere almeno fino a quanto dura l’emergenza, almeno fino alla fine dell’estate. Perché, paradossalmente, più la crisi aumenta, più si sente rassicurato sul fronte che ritiene più insidioso, cioè quello interno, quella parte di «moderati» del Pdl che in modo discreto ma convinto ha lavorato nelle scorse settimane per aprire la strada ad una sua possibile uscita di scena onorevole. Magari con la complicità  esterna di Pier Ferdinando Casini e di Roberto Maroni. Ieri il partito ha fatto quadrato attorno a lui, dal capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto a Osvaldo Napoli, che ha attaccato il comunicato congiunto Merkel Sarkozy («pensano di guidare la Ue» ) fino al ministro Gianfranco Rotondi.
 A distanza Berlusconi impartiva ordini e lanciava messaggi sostenendo di essere «determinato» a portare avanti ciò che ha annunciato venerdì in conferenza stampa. e che, ha sottolineato a tutti, si basa sulla «stabilità  politica» . Come dire: di governi tecnici o di unità  nazionale non se ne parla nemmeno. Con la promessa a tutti quelli che lo sentivano che i prossimi giorni prenderà  in mano lui la crisi e la gestirà  personalmente come ha fatto con l’emergenza rifiuti a Napoli e con il terremoto in Abruzzo. Ma sa bene Berlusconi che si tratterà  anche, quasi certamente, di prendere misure impopolari.
Spiega il ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto: «Non è giusto dire che siamo commissariati perché allora dovrebbero esserlo anche molti altri Paesi europei. Ma è vero che siamo di fronte a scelte serie e pesanti per tutti» . In altre parole le misure economiche potrebbero toccare alcuni capisaldi dello stato sociale come le pensioni, anche perché il premier continua a promettere che non darà  mai il via libera alla patrimoniale. E in questa situazione anche l’opposizione dialogante, come quella di Casini, non metterà  il piede sull’acceleratore di una crisi politica: se il governo dovrà  prendere misure impopolari e fare macelleria sociale, magari toccando le pensioni di anzianità  e quelle di reversibilità , allora è meglio che lo faccia da solo. Per dopo raccogliere gli effetti e favorire il «passo indietro» vero, con il sostegno di quell’ala moderata del Pdl che in questi giorni preferisce aspettare.


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