La guerra di Tripoli affonda Saras rosso di 44 milioni, pesano i derivati

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Nell’intero primo semestre, invece, crescono i ricavi (più 31%) a 5,3 miliardi di euro, e migliora il risultato netto rettificato (da un rosso di 27,4 milioni dello scorso anno a 4,9 milioni); al contrario, i conti relativi al secondo trimestre mostrano un risultato netto rettificato in rosso per 44,3 milioni rispetto all’utile di 2,4 registrato un anno fa. Nel trimestre hanno pesato strumenti derivati di copertura, che hanno comportato una perdita per circa 24 milioni contro un contributo positivo pari a 17 milioni nel secondo trimestre 2010. Nel primo trimestre 2011 le perdite su derivati – esclusivamente di copertura, spiega la società  – erano state pari a 38,3 milioni di euro.
Tornando al semestre, hanno pesato sui conti lo stop ad alcuni impianti per manutenzione – che parzialmente continueranno anche nella seconda metà  dell’anno – e la crisi libica, che ha comportato per l’intero settore della raffinazione europea una generalizzata contrazione dei margini. «Per Saras, nel primo semestre – ha spiegato Gian Marco Moratti, presidente del gruppo petrolifero – gli effetti di questa crisi sono stati contenuti con buon successo». Nella presentazione dei risultati alla comunità  finanziaria è stato spiegato che la crisi libica potrebbe pesare sui margini di raffinazione della Saras per un valore compreso tra lo 0,3 e 0,5 dollari a barile nel secondo semestre dell’anno, per un impatto complessivo stimabile di circa 20 milioni di dollari.
Da gennaio a giugno 2011, l’Ebitda “comparable” è stato pari a 188,5 milioni (+352%) mentre a fine giugno la posizione finanziaria netta risultava negativa per 527 milioni, in miglioramento dai 560 milioni di fine dicembre 2010. Considerando invece il periodo aprile-giugno, i ricavi sono aumentati del 21% a 2,64 miliardi e l’Ebitda “comparable” è migliorato del 23% a 34,2 milioni.
Ieri in Borsa il titolo ha perso il 9,88%, un ribasso che porta a quasi il 50% il saldo negativo degli ultimi sei mesi.


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