Fiato sospeso nelle Borse dopo i tracolli

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MILANO – Si ricomincia, con il fiato sospeso. Oggi riparte l’ottovolante delle Borse; con gli stessi dubbi della settimana precedente e con la zavorra delle perdite accumulate: solo in Italia, il Ftse Mib ha lasciato sul terreno l’8,1% nelle ultime cinque sedute, anche se non è stato l’unico a soffrire. Clima di attesa e di tensione anche sul versante dei Btp: oggi ci sarà  la consueta comunicazione della Bce sull’ammontare degli interventi di acquisto realizzati nella scorsa settimana sui titoli governativi.
Gli operatori guardano con trepidazione al fronte caldissimo della politica: in Italia, per la manovra; a livello comunitario per gli eurobond. Da questo punto di vista le posizioni sono chiarissime: la Germania e il suo cancelliere sono contrarissimi. Anche ieri Angela Merkel è tornata sul tema, in un’intervista alla televisione tedesca pubblica Zdf in cui ha sostenuto che è «esattamente la cattiva strada da prendere», in quanto gli eurobond porterebbero a «una unione del debito, invece di portare più stabilità ». Dunque, «la soluzione alla crisi attuale non passa per gli eurobond», per quanto alla fine la Merkel abbia lasciato proprio un piccolo spiraglio affermando di «non sapere se in un futuro lontano avremmo bisogno di adattarci» a questi strumenti finanziari. Per ora è no, ed è probabile che la posizione venga sottolineata con forza nell’incontro che si svolgerà  domani a Parigi tra i ministri dell’economia francese Francois Baroin e il tedesco Wolfgang Schauble. C’è da dire che la Merkel non gode più di grande popolarità  in Germania: un sondaggio le attribuisce un gradimento di appena il 31%, la maggioranza dei tedeschi non crede più nelle capacità  della cancelliera di risolvere la crisi europea, e anche all’interno della Cdu il clima è di rivolta contro la Merkel, accusata di ignorare il Bundestag e le altre istanze democratiche, di essere un autocrate che sta facendo perdere consensi al partito.
«Credo siano indispensabili decisioni molto nette in sede Ue, sul debito sovrano – dice l’economista Marcello Messori – in altre parole, l’emissione di eurobond con una garanzia comune dell’area euro. In questo momento, ritengo che i fondamentali dell’Europa siano ancora migliori rispetto a quelli degli Stati Uniti, ma certo più il tempo passa e più il quadro si deteriora». A partire dal pericolo numero uno, che la stagnazione diventi recessione. Un timore che invece la Merkel non condivide: «Non vedo nulla che vada nel senso di una recessione in Germania», ha spiegato il cancelliere, secondo cui in Europa sono necessarie misure di lunga durata e «questo ha molto a che fare con la riduzione del debito».
Ma la difficoltà  di trovare la ricetta tecnica ai problemi si scontra anche le difficoltà  politiche, persino maggiori. «La debolezza del governo italiano non ci permette di sostenere con forza il progetto degli eurobond – ha affermato il deputato del Pd Enrico Farinone, vicepresidente della Commissione Affari Europei – in questo momento, l’Europa è un soggetto sempre più a trazione Merkel-Sarkozy, e ciò rischia di alimentare l’euroscetticismo di alcuni Paesi, Gran Bretagna in testa».


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