Wi-Fi gratuito, nasce l’alleanza delle città 

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ROMA – È nata la rete Wi-Fi unica e gratuita nazionale, offerta dalle Pubbliche Amministrazioni: per navigare senza costi su Internet, ad alta velocità , in bar, piazze, ristoranti e altri luoghi pubblici. Con cellulari, tablet e computer portatili. Il progetto, presentato ieri a Venezia, si chiama Free Italia Wi-Fi e ha 1.100 punti di accesso sparsi per l’Italia. È il frutto di un’alleanza tra le principali Pubbliche Amministrazioni che stanno costruendo reti senza fili gratuite. I promotori sono la Provincia di Roma, il Comune di Venezia e la Regione Sardegna, ma già  si sono associate, nella stessa rete unica, le Province di Prato, Gorizia e Grosseto e i Comuni di Torino e Genova. Un’altra dozzina di Pubbliche Amministrazioni stanno per fare lo stesso passo (tra cui le Province di Firenze, Napoli, Bari). Significa che un qualsiasi utente può avvicinarsi a uno dei punti di accesso, della rete unica, e ottenere i dati di navigazione universali (basta fornire al servizio il proprio numero di cellulare). Poi potrà  usarli in qualsiasi altra città  che aderisce all’iniziativa. Burocrazia ridotta al minimo, quindi. Adesso sono 215 mila gli italiani che hanno già  i dati di accesso universali.
Facilitare la navigazione a Internet Wi-Fi è solo uno degli obiettivi del progetto, però. L’altro è moltiplicare il numero di città  dotate di una propria rete senza fili. Free Italia Wi-Fi fornisce alle Pubbliche Amministrazioni, infatti, un kit che facilita la costruzione della rete. Ci sono istruzioni per l’uso, un software gratuito per gestirla e la possibilità  di ottenere a prezzi ridotti gli apparati che forniscono il servizio (gli hot spot). «Bastano circa 20 mila euro per coprire le aree principali di una città  non grande», spiega Francesco Loriga, responsabile dei Servizi informativi della Provincia di Roma.
Lo scopo del progetto, in fondo, è diffondere Internet tra gli italiani. Ce n’è bisogno, dal momento che il 50 per cento tra loro ancora non naviga, contro il 20-30 per cento di Francia, Regno Unito e Germania, secondo i dati della Commissione europea. «Le reti Wi-Fi municipali sono utili a portare nuovi utenti su Internet», dice Maurizio Dècina, ordinario di Reti e comunicazioni al Politecnico di Milano e tra i massimi esperti di telecomunicazioni in Italia. «Pensionati, anziani, casalinghe, che a casa non hanno ancora una connessione, possono scoprire l’utilità  di Internet se questa, con il Wi-Fi, arriva loro vicino in un bar, una panchina o in un negozio dove si trovano a passare», continua. Morale: il mercato delle telecomunicazioni italiano ha bisogno anche dell’aiuto del settore pubblico per crescere. Si può leggere lo stesso principio in una segnalazione che l’Agcom (Autorità  garante delle comunicazioni) ha inviato al governo. L’Autorità  chiede di destinare, a misure di sostegno al settore delle telecomunicazioni, il 100 per cento (invece del 50 per cento) degli introiti eccedenti i 2,4 miliardi di euro, derivanti dall’asta per le frequenze della banda larga mobile. L’asta, tuttora in corso, ha toccato i 3,1 miliardi.


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