Della Valle scalza i Ligresti da Mediobanca

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MILANO – Ultime rifiniture per la Mediobanca dei prossimi tre anni. L’ultimo tassello importante sembra sistemato: riguarda l’ingresso nel consiglio di Diego Della Valle, che dovrebbe trovare ospitalità  a scapito – ma solo domani sarà  ufficiale – di Jonella Ligresti. Alla figlia di Salvatore Ligresti, che presiede Fondiaria-Sai, gruppo con non pochi problemi ma ancora forte di un 4% a Piazzetta Cuccia, si sta chiedendo un sacrificio, perché l’imprenditore marchigiano può solo sostituire uno dei consiglieri non indipendenti del gruppo B “industriale” (gli altri sono Marco Tronchetti Provera, Gilberto Benetton, Marina Berlusconi, Carlo Pesenti: una dura lotta). Da questa ipotesi – discussa costruttivamente ieri tra soci e manager della banca – dipende anche la nomina di un altro indipendente del B, meglio se donna (la legge sulle quote rosa incombe) e da affiancare a quella scelta dai soci stranieri.
Oggi si perfezionerà  la lista, che dovrebbe salire da 21 a 22 ed essere annunciata domani, quando sono in agenda il direttivo e l’assemblea del patto, prima del cda sui conti al 30 giugno. Ci sarà  qualche indipendente in più, come da statuto; uno sarà  Eric Strutz, espresso dall’uscente Commerzbank ma alla conferma, e un altro un rappresentante di Assogestioni, magari in condominio con le Fondazioni socie.
L’imprenditore marchigiano, patron della Tod’s e già  nel cda della partecipata Generali, in primavera diede un contributo determinante all’estromissione di Cesare Geronzi dalla presidenza triestina. La sua visione e il suo percorso imprenditoriale sono apprezzati a Piazzetta Cuccia, dov’è cliente di riguardo e in agosto, acquistando opzioni call sul mercato, ha arrotondato la quota fin quasi al 2%. I vertici guidati da Alberto Nagel e Renato Pagliaro, che vanno verso il rinnovo e stanno gestendo la vicenda, cercano di appianare le potenziali voci critiche per l’ingresso di un socio ingombrante, anche per il carattere e la franchezza che mesi fa gli fece bollare come «arzilli vecchietti» Geronzi e Giovanni Bazoli, e anni prima soprannominare «la famiglia Addams» i Romiti. Oltre a Ligresti e ai francesi, che con Della Valle si sono scontrati duramente nell’atto finale di Geronzi a Trieste, anche Pesenti e Benetton guardano dubbiosi alle intemperanze di un imprenditore spesso sopra le righe. Come quando, dopo la battaglia vinta su Geronzi, Della Valle ha chiesto ai pattisti Rcs di crescere nell’editore del Corriere della Sera, dove ha il 5,4%. Non è stato assecondato, anzi ora qualcuno – ricordando che la cacciata di Geronzi iniziò con una mozione di mister Tod’s in cda perché Generali cedesse la quota di Rcs – teme ora che un copione analogo possa essere inscenato a Mediobanca, primo azionista del Corriere con il 14%.
Nel patto della merchant, invece, i giochi erano fatti da giorni. Vi usciranno tre banche in conflitto di interesse (Santander, Sal Oppenheim e Commerzbank) e arrotonderanno i soci francesi Bolloré e Groupama, oltre a Diego Della Valle, con un saldo vincolato che scende lievemente, al 43,29% del capitale. Mentre i conti di Mediobanca, presentati domani, gli utili d’esercizio dovrebbero scendere un po’ – le stime sono a 360 milioni di euro, contro 400 milioni l’anno scorso – anche per le svalutazioni su Telcom e i bond greci che manderanno in rosso il quarto trimestre. Ma il dividendo per i soci dovrebbe restare invariato a 17 centesimi.


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