La Festa degli edili per non abbassare la guardia sui morti da lavoro

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Il tema della manifestazione sarà  la prevenzione sul lavoro nei cantieri e l’integrazione tra lavoratori italiani e stranieri. Verrà  infatti distribuito un kit di sicurezza e del materiale informativo su diritti sanitari e sindacali. Una festa che riguarda la regione Lazio ma con ricadute in ambito nazionale visto che gli infortuni e le cosiddette «morti bianche» sono ancora una piaga che colpisce il mondo del lavoro. «Di lavoro – ha detto Antonio Napolitano, direttore regionale dell’Inal – non si può morire». Il dirigente ha infatti esposto i dati aggiornati indicando come si sia riscontrata una variazione sugli infortuni denunciati nell’edilizia: -23% dal 2008 (5.258) al 2010 (4.061). Tendenza che trova riscontro anche su base nazionale: -24%. «È ancora poco – ha continuato – purtroppo dobbiamo registrare la morte di altri sei lavoratori pochi giorni fa, a Frosinone, e questo ci spinge a incentivare a una maggiore educazione alla sicurezza». In un’indagine del 2010, condotta dall’università  Roma Tre sulla cultura della sicurezza nei cantieri di Roma
e provincia, su un campione di 262 lavoratori è emerso che il 30% è incorso almeno una volta in un infortunio durante la vita lavorativa, mentre la percentuale è del 45% tra lavoratori di età  compresa tra i 20 e i 25 anni. Le principali cause, secondo gli intervistati, sono da imputare a ritmi di lavoro sempre più veloci e al risparmio sui costi per la sicurezza. Alla situazione di rischio va poi aggiunta la precarietà  che sta interessando il mondo del lavoro a causa di una crisi economica sempre più esasperante. Secondo i dati, infatti, delle Cassa edili provinciali da giugno 2009 a giugno 2011 hanno cessato l’attività  mille imprese e quasi 11 mila lavoratori sono rimasti a casa.


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