Leader, «campani» e Responsabili Il superpartito dei pro sanatoria

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Se si andasse a votare oggi però ci sono pochi dubbi sul fatto che ad avere la meglio nel Pdl sarebbe la linea di Cicchitto. A far propendere per la sanatoria ci sono ragionamenti politici, ma non solo. Ieri, per dirne una, a Napoli il coordinatore regionale campano, Nicola Cosentino, ha incontrato gli amministratori locali ribadendo l’impegno del Pdl «a trovare una soluzione alla questione abbattimenti». Come si sa il partito campano del condono è molto attivo e ha già  prodotto, un anno fa, una mobilitazione ad hoc per salvare alcune abitazioni a Ischia, con l’effetto di fermare ruspe. Ieri Cosentino ha chiuso la riunione con una dichiarazione: «Il governo nazionale — ha detto — è al lavoro sul decreto Sviluppo, provvedimento verso il quale abbiamo molte aspettative…».

Ed è da un mese e mezzo che il movimento campano si è rimesso in moto, fiutando l’aria. Molto prima che Cicchitto s’inalberasse contro Tremonti, assumendo la paternità  della battaglia. A fine agosto i parlamentari del Pdl Amedeo Laboccetta e Antonio Mazzocchi avevano già  raccolto 40 firme di colleghi per introdurre una sanatoria nell’ultima manovra. «Oggi ne siamo ancora più convinti — dice Laboccetta —, non c’è niente di cui vergognarsi. La pensano così anche a sinistra, dove si guardano bene dal venire allo scoperto…». Tra i 40 ci sono tre «cosentiniani»: Maria Elena Stasi, ex prefetto a Ischia, Sant’Antimo e Caserta, Luigi Cesaro, ex socialista di Sant’Antimo, il cui nome è comparso anche in una delle inchieste sui casalesi, e Giovanna Petrenga, già  sovraintendente a Caserta e Benevento e direttrice della Reggia di Caserta.

Ma quello campano non è che uno dei filoni del partito pro condono. Un secondo troncone è riconducibile ai «responsabili», Domenico Scilipoti in testa, che il 14 settembre, mentre si approvava la manovra, riuscì a far passare un ordine del giorno che chiedeva di prendere in considerazione un condono fiscale e uno edilizio. Oggi Francesco Pionati (Alleanza di centro) dichiara: «In questo momento di crisi generale non servono pregiudizi ideologici. Il centrosinistra ha usato il condono altre volte in caso di necessità . Noi stiamo ballando sull’orlo del vulcano, bisogna usare il raziocinio: se è utile per far cassa ben venga». Più prudente Massimo Calearo: «Dal punto di vista etico sono contrario. Da un punto di vista pratico sono favorevole. L’importante è che una volta attuato si cambino le regole: il giorno dopo chi becco a evadere va in galera». Mentre per Silvano Moffa è «meglio parlare più di concordato fiscale che non di condono».

Di sanatoria però si parla ormai al vertice del partito, e questa è una novità : al fianco del capogruppo si sono schierati apertamente i due coordinatori Denis Verdini e Ignazio La Russa. E poi ci sono Massimo Corsaro e Maurizio Gasparri e i ministri Saverio Romano e Raffaele Fitto.

Contro il condono si leva isolata ma netta la voce del sottosegretario Luigi Casero, tremontiano doc. Ma accanto a lui oggi si schiera l’amico di sempre, il vicepresidente della Camera ciellino Maurizio Lupi: «La nostra politica economica non può esaurirsi in un condono. Bisogna fare le riforme, a partire dalle liberalizzazioni trovando lì le risorse».

La sinistra per ora sta a guardare. L’ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco (Pd), «ferocemente contrario ai condoni», però non resiste a togliersi un sassolino dalla scarpa: «Tremonti contro il condono è tutto da ridere. Potrei fare qui l’elenco di tutte le sanatorie che sono passate mentre lui era ministro…».


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«Bastasu» . La traduzione non è necessaria, diciamo che si tratta di un omaggio dialettale alla Sicilia. Dopo la sentenza che lo condanna a due anni e 8 mesi, dichiarandolo anche «ineleggibile» , è andato al solito bar accanto alla sede della Regione.

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