Pdl, la tentazione di tornare a Forza Italia

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Intanto, la segreteria Alfano ha commissionato uno studio per selezionare poche proposte, che poi saranno vagliate da Berlusconi e dai dirigenti, quindi sottoposte ai sondaggi di Euromedia. Poi, si potrebbe ricorrere al voto nei gazebo di piazza, come quando Berlusconi affidò agli elettori la scelta fra Popolo della Libertà  e Partito della Libertà  (2 dicembre 2007).
Nei conciliaboli fra l’ex premier e gli uomini chiave del partito, il gioco va avanti. Il governatore lombardo Formigoni ricorda le ultime ipotesi: «L’Italia» e, addirittura, «Viva L’Italia». C’è una «piccola officina» che lavora con Berlusconi sul nome (fra l’altro). Pochi, fidatissimi, dal ’93, come l’onorevole Antonio Palmieri, responsabile Internet del partito. «Italia» si prova anche a mescolare con «Libertà »: «Italia libertà », o «Libertà  per l’Italia»…
Tre mesi orsono un sondaggio fu effettuato su «Italia per sempre», assieme a «Forza Silvio», a «Italia per la libertà » e al glorioso «Forza Italia». Vittoria per «Italia per sempre», ma quando lo dissero a Berlusconi, lui freddò gli animi: «Manca l’acronimo! Come dovrebbero chiamarci, Ips?».
Così, si va avanti. Anzi, si guarda ai fasti del passato. Ricorda con nostalgia Paolo Bonaiuti, storico portavoce di Berlusconi: «Forza Italia fu un’intuizione geniale di Silvio. Nome patriottico, trasmetteva forza, energia, entusiasmo. E conteneva un’idea di tifo non partigiano, ma per tutto il Paese». La tentazione di riproporre quel nome fra i quadri berlusconiani esiste, ma è impronunciabile. Gli ex di An, che si fusero con Forza Italia nel Pdl, non vogliono discuterne: è un problema di annacquamento di identità . «Noooo!», dice Giorgia Meloni. «Escluso!», per Maurizio Gasparri. «Però la parola “Italia” va benissimo per noi — sostiene La Russa —. Così come “nazione” o “nazionale”». Sia La Russa sia la Meloni non sentono l’urgenza di cambiare nome. Secondo Meloni, «il nome Pdl è una delle poche cose che hanno funzionato nel partito… Meglio di roba come “I moderati”». A parlare di «costruire il partito dei moderati» è stato Claudio Scajola, paladino di un nuovo nome.
Il cambio di nome si farà  perché Berlusconi è insofferente verso Pdl, «acronimo che non è entrato nei cuori». Al Nord, notava, «lo chiamano “il Pdl”, ma al Sud dicono “la Pdl”». Poi venne la battuta su «Forza gnocca» ma, insomma, anche Alfano ha confermato che al congresso ci sarà  il nuovo nome. «Senza congresso non si cambia nome», conferma (o minaccia?) La Russa. «Sarà  di nuovo Berlusconi a tirar fuori l’idea dal cilindro», prevede il deputato Osvaldo Napoli .


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