I fusti tossici perduti dal cargo Robot in mare per recuperarli
Ieri, nel porto mediceo di Livorno, centinaia di esponenti di Greenpeace, Italia Nostra, Verdi, Pd, Sel, Idv e alcuni comitati, hanno manifestato chiedendo a capitaneria di porto e autorità ministeriali la verità sull’incidente avvenuto il 17 dicembre a 22 miglia al largo della costa tirrenica tra l’isola di Gorgona e l’Elba. «Ci sono stati ritardi inspiegabili anche nel diffondere la notizia e abbiamo la sensazione che neppure le autorità marittime sappiano bene che cosa sia successo», ha detto Alessandro Gianni, direttore campagne di Greenpeace Italia. Durante la manifestazione sono stati stigmatizzati i comportamenti del comandante della nave (indagato dalla procura di Livorno) e dell’armatore che non hanno fermato la navigazione del cargo da Catania a Genova nonostante il mare avesse raggiunto forza 10 e la tempesta generasse onde alte otto metri. «Sul sito internazionale che riporta le posizioni di tutte le navi e dunque anche quella del cargo Venezia — ha spiegato Maurizio Zicanu coordinatore di uno dei comitati — la nave della Grimaldi non segue la rotta annunciata e passa molto più vicino alla costa. Una decisione inspiegabile». I fusti perduti dal cargo potrebbero essere a una profondità di oltre cinquecento metri. Le autorità marittime hanno intimato all’armatore il recupero che potrebbe avvenire con speciali robot.
Related Articles
Vandana Shiva. Il Primo maggio e le diverse pandemie in corso
L’attivista ambientalista Vandana Shiva evidenzia il sovrapporsi di tre crisi: economica, alimentare e sanitaria. In occasione del primo maggio arriva la sua esortazione a gettare le basi per una convivenza solidale e democratica ovunque nel mondo
Abusi e lavori mai partiti l’ospedale di Amatrice era già nel mirino dei pm
Sette anni fa, dopo il terremoto a L’Aquila, fu deciso un intervento “urgentissimo e indifferibile”. Rimasto sulla carta: ora la struttura è definitivamente inagibile
Il grande sonno