I fusti tossici perduti dal cargo Robot in mare per recuperarli

Loading

Ieri, nel porto mediceo di Livorno, centinaia di esponenti di Greenpeace, Italia Nostra, Verdi, Pd, Sel, Idv e alcuni comitati, hanno manifestato chiedendo a capitaneria di porto e autorità  ministeriali la verità  sull’incidente avvenuto il 17 dicembre a 22 miglia al largo della costa tirrenica tra l’isola di Gorgona e l’Elba. «Ci sono stati ritardi inspiegabili anche nel diffondere la notizia e abbiamo la sensazione che neppure le autorità  marittime sappiano bene che cosa sia successo», ha detto Alessandro Gianni, direttore campagne di Greenpeace Italia. Durante la manifestazione sono stati stigmatizzati i comportamenti del comandante della nave (indagato dalla procura di Livorno) e dell’armatore che non hanno fermato la navigazione del cargo da Catania a Genova nonostante il mare avesse raggiunto forza 10 e la tempesta generasse onde alte otto metri. «Sul sito internazionale che riporta le posizioni di tutte le navi e dunque anche quella del cargo Venezia — ha spiegato Maurizio Zicanu coordinatore di uno dei comitati — la nave della Grimaldi non segue la rotta annunciata e passa molto più vicino alla costa. Una decisione inspiegabile». I fusti perduti dal cargo potrebbero essere a una profondità  di oltre cinquecento metri. Le autorità  marittime hanno intimato all’armatore il recupero che potrebbe avvenire con speciali robot.


Related Articles

L’isola della spazzatura il Settimo Continente che minaccia il Pacifico

Loading

Scatta l’allarme, parte una spedizione tra Hawaii e California    

Villaggio dei profughi, fughe e razzie oggi Mineo in piazza per protestare

Loading

MINEO – Scavalcano la recinzione, buttano via il pass e vanno via. Il più delle volte i militari di guardia al cosiddetto “Villaggio della solidarietà “, l’ex residence requisito dal governo per accogliere i migranti, fanno finta di non vedere. A decine, negli ultimi giorni, camminano ai margini della superstrada per Catania.

Italia: quasi raddoppiata la vivisezione “in deroga” nell’ultimo biennio

Loading

  Foto: Oipitalia.com

Per vivisezione, o sperimentazione “in vivo”, si intende qualsiasi esperimento eseguito su animali. Non tutti gli esperimenti prevedono la dissezione dal vivo, ma tutti sono per lo più cruenti ed invasivi nei confronti di numerose specie animali (non solo topi e ratti, ma cani, gatti, primati, cavalli, mucche, maiali, pecore, pesci e uccelli solo per nominare le principali). Per questo allarmano i dati più recenti, raccolti anche dal Tg1, legati alla sperimentazione animale in Italia, che segnano nel biennio 2008 – 2009 un aumento sensibile della vivisezione “in deroga” rispetto alle percentuali del 2006 – 2007. A denunciarlo è stata la scorsa settima la Lega Anti Vivisezione (LAV) sulla base delle informazioni ottenute dal Ministero della Salute grazie ad una sentenza del TAR che ha cancellato il segreto su questo tema.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment