“Clandestini a bordo della Concordia” Gabrielli accusa, la Costa smentisce la donna trovata sabato non era in lista

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ISOLA DEL GIGLIO – Ogni cadavere che la Concordia spiaggiata restituisce amplifica i misteri, non li scioglie. La vittima numero dodici, emersa sabato pomeriggio dal ponte cinque sommerso, era una donna. Giovane. Non c’è stata ancora identificazione ufficiale, ma dovrebbe essere una ragazza ungherese. E una ragazza ungherese – questa ragazza ungherese – non risulta nella lista dei 3.216 passeggeri provenienti da 62 paesi che l’armatore Costa ha consegnato alle autorità . C’erano tre ungheresi, nella lista. Tra loro, il violinista dato per disperso. Non c’era la giovane donna. «Abbiamo il sospetto che sulla nave partita da Civitavecchia ci fossero passeggeri clandestini», allunga l’ipotesi il prefetto Franco Gabrielli, neocommissario all’emergenza.
Ecco, il sospetto prende corpo sulla denuncia della scomparsa della figlia da parte di una famiglia ungherese. Ieri mattina una mail circostanziata partita dall’ambasciata ungherese è arrivata al prefetto Gabrielli. La donna segnalata da Budapest potrebbe essere la giovane donna del ponte cinque: capelli, occhi, fattezze corrispondono. Si scopre, ancora, che era stata la stessa ragazza ungherese, nella prima serata del venerdì del disastro, subito dopo la partenza da Civitavecchia, ad avvisare casa: «Sono in crociera in Italia». Un arrivo last minute, sfuggito alle registrazioni di bordo. Un fatto clamoroso di per sé. E non è il primo per i libri presenze della Costa Concordia. La ballerina moldava Domnica Cermontan, 25 anni, amica personale del comandante Schettino, era stata registrata a bordo, ma non le era stata assegnata una cabina. Eppure ogni passeggero su una crociera di questa qualità  deve avere una cabina. Ancora, interrogato – martedì scorso alla procura di Grosseto – il comandante Schettino ha cercato di spiegare i lunghi tempi dell’evacuazione della nave fallata. E lo ha fatto con un esempio: «Giudice, 4.600 persone in un’ora non le evacui neppure durante un’esercitazione in porto». Quattromilaseicento? Ma il dato ufficiale della Costa registra 4.234 persone a bordo, compresi i mille membri dell’equipaggio. Dove escono questi 370 in più? Passeggeri clandestini?
È possibile che Schettino, che ha mostrato amnesie seriali da quel venerdì tragico ad oggi, si sia confuso ancora una volta. Ma il caos dei riconoscimenti, che cresce insieme ai lenti, troppo lenti ritrovamenti, si fonda anche e soprattutto sulle presenze non segnalate di persone a bordo. Gli investigatori stanno lavorando su due fronti. Da una parte ipotizzano la salita sulla nave di “persone di compagnia” per l’equipaggio. Amici, amiche. Dall’altra stanno cercando di controllare – ed è un’impresa ardua – se tra la manovalanza assoldata fra i ponti, i ristoranti e le sale macchine vi fossero lavoratori irregolari.
Quest’ultima ipotesi è respinta con piccato fastidio dalla Costa Crociere. Il capo commissario di bordo, Manrico Giampedroni, assicura: «È impossibile che vi siano stati clandestini o persone non registrate. La Costa è una compagnia seria, i controlli sono capillari e gli elenchi minuziosi». L’azienda, però, ogni giorno scopre nuovi comportamenti censurabili dei suoi uomini e l’amministratore delegato Pier Luigi Foschi, avvistato per poche ore sull’isola ieri pomeriggio, ammette di aver perso il controllo delle navi capitanate da Francesco Schettino. L’ipotesi convergente – di procura, commissario e armatore – è che il gruppo di equipaggio più vicino al comandante abbia fatto salire autonomamente persone a bordo. A prescindere da prenotazione, biglietto, registrazione. E questo adesso rende difficili i riscontri su dispersi e morti. «Non fate operazioni matematiche», s’affretta a dire il prefetto Gabrielli, «non è detto che ad ogni corpo ritrovato corrisponda un disperso in meno, non abbiamo la certezza che le persone non identificate corrispondano all’elenco dei dispersi». È l’ultimo aspetto grottesco – i portoghesi in crociera che ora lasciano con il fiato sospeso famiglie in tutto il mondo – dell’incredibile naufragio del Giglio.
Ieri pomeriggio i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno ritrovato a poppa del relitto, sul settimo ponte, la tredicesima vittima. È una donna, e forse è italiana. È possibile che oggi, con il mare che inizia a incresparsi, possano partire le operazioni di recupero del carburante – 2.342 tonnellate – stivato nei serbatoi della nave da crociera. Gli olandesi della Smit & Savage e i livornesi della Neri sono pronti. La Protezione civile sta valutando se l’operazione di salvaguardia della fragile costa gigliese si possa fare contemporaneamente con il recupero dei corpi ancora intrappolati. In mare sono stati calati due blocchi di cemento da 54 tonnellate l’uno e due enormi boe d’acciaio sono state posizionate su una chiatta ancora ormeggiata al porticciolo dell’Isola del Giglio.


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