“Siria, ora l’Onu mandi i caschi blu”

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Qualcosa sembra finalmente muoversi in Siria dove, dopo undici mesi di rivolta, la repressione contro gli oppositori ha già  provocato oltre 6.000 morti. S’è mosso il Papa, il quale ieri ha rivolto un pressante appello per porre fine alla violenza e allo spargimento di sangue, mentre Homs, la città  ribelle al regime di Damasco subiva uno dei più pesanti bombardamenti dall’inizio della sua “primavera”. S’è mossa soprattutto la Lega araba che, sempre ieri, ha chiesto all’Onu l’invio di una forza internazionale di peacekeeping nel Paese, dopo che il capo degli osservatori in Siria, il generale sudanese Mohammed Al Dabi, ha rassegnato le dimissioni. Che cosa ha scatenato queste prese di posizioni? Forse il fatto che nel marasma siriano aleggia sempre più consistente lo spettro di Al Qaeda: l’organizzazione terrorista sta infatti approfittando dell’assenza dell’Occidente per schierarsi al fianco degli oppositori, cercando di guadagnandarne le simpatie. 
Nel pericoloso laissez-faire delle grandi potenze del pianeta in quella che potrebbe diventare una guerra civile dalle incalcolabili conseguenze, il leader di Al Qaeda, Ayman Al Zawahiri, ha infatti espresso il suo sostegno alle proteste in Siria in un filmato diffuso su Internet da alcuni forum jihadisti. Nel video, intitolato “Avanti, leoni di Siria”, il medico egiziano accusa il regime del presidente Bashar El Assad di crimini contro i suoi cittadini. Ma Zawahiri esorta anche i siriani a non fidarsi dei governo occidentali o arabi.
Dopo la fallimentare missione dei suoi inviati in Siria, la Lega araba fa invece appello al Consiglio di sicurezza del Nazioni Unite per formare forze di mantenimento di pace arabo-Onu e per controllare e mantenere il cessate il fuoco. In un comunicato diramato ieri pomeriggio i ministri degli Esteri dell’organizzazione panaraba chiedono anche, puntando il dito contro le forze di sicurezza del presidente Bashar Al Assad, «che gli autori degli atti di violenze contro i civili in Siria siano puniti in virtù del diritto internazionale». La Lega araba ha anche deciso di mettere fine alla missione controversa dei suoi osservatori in Siria, i quali sono stati sballottati per settimane dalle forze di regime, senza la minima di libertà  di indagare sugli eventuali crimini della repressione.
All’Angelus, rivolgendosi anzitutto alle autorità  politiche siriane, il Pontefice le ha invitate «a privilegiare la via del dialogo, della riconciliazione e dell’impegno per la pace». Benedetto XVI ha poi aggiunto che è urgente rispondere alle legittime aspirazioni delle diverse componenti della Nazione, «come pure agli auspici della comunità  internazionale preoccupata del bene comune dell’intera società  e della Regione».
Intanto, da Damasco il vice ministro degli Esteri, Fayà§al Mekdad, ha detto che presenterà  le prove del sostegno dei Paesi vicini a “gruppi terroristici” che operano in Siria. «Offrono rifugio a gruppi terroristici armati, li finanziano e offrono loro sostegno mediatico», ha dichiarato il vice ministro, denunciando una «campagna di disinformazione isterica» contro la Siria, su scala araba e internazionale.


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