Fornero: ora i sussidi di disoccupazione

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BRUXELLES — «Riforme coraggiose» e «entro la fine di marzo», ha annunciato il ministro del Lavoro Elsa Fornero a Bruxelles nel Consiglio dei ministri Ue delle Politiche sociali. Non ha però scoperto completamente tutte le aspettative specifiche del suo governo in vista del confronto di lunedì con le parti sociali sugli interventi nel mercato del lavoro «da realizzare con il massimo consenso». Dall’agenda spicca il tema degli ammortizzatori sociali per considerare l’estensione del sussidio di disoccupazione alle categorie ora escluse.
Nella sostanza la linea è cercare di abbinare il risanamento finanziario e l’indispensabile rilancio della crescita e dell’occupazione. «Come ha più volte ricordato il nostro primo ministro Mario Monti — ha detto la Fornero — è importante uscire da una dimensione basata esclusivamente sui temi dell’austerità  e della competitività , e dedicare maggiore attenzione alla crescita e agli obiettivi sociali, ricercando un giusto equilibrio e una coerenza anche temporale tra rigore finanziario e coesione sociale». Il problema è la penuria o la totale assenza di risorse aggiuntive. Il ministro ha ammesso che tutto va fatto «a parità  di costi e di risorse» e che si sta «cercando con il lanternino come fare per ridistribuire le risorse disponibili». Una speranza di introiti aggiuntivi arriva dallo spostamento della tassazione «dal lavoro al capitale».
La Fornero a Bruxelles ha confermato gli sgravi fiscali per le donne e per il Sud, già  contenuti nel decreto salva-Italia. Ha annunciato il riordino dei contratti, gli ammortizzatori per le categorie attualmente escluse, il rafforzamento della Cassa integrazione guadagni ordinaria (Cig), il blocco di quella straordinaria, incentivi per la stabilizzazione dei lavoratori precari. L’apprendistato dovrebbe diventare il contratto principale per l’ingresso nel mondo del lavoro. Il tema caldo dell’articolo 18, che tutela dal rischio di licenziamenti senza giusta causa, intende rinviarlo a dopo aver trovato il consenso su molti altri punti in discussione. 
Per il ministro il primo problema è il «riordino dei contratti» perché «troppe tipologie contrattuali negli anni, invece di creare una “flessibilità  buona”, cioè utile al migliore funzionamento del mercato del lavoro, hanno generato una diffusa precarietà ». Si intende modificare, più che abolire. Gli ammortizzatori sociali vanno estesi perché «alcune categorie sono escluse da questa forma di sostegno dei redditi quando viene a mancare il lavoro». Si tratta sempre di ridistribuire l’esistente. «Se diamo gli unemployment benefit (sussidi di disoccupazione) — ha spiegato la Fornero — non avremo più bisogno della cassa integrazione straordinaria, che viene usata per le riorganizzazioni delle aziende, le ristrutturazioni e la risoluzione delle crisi per un tempo definito». Le sollecitazioni Ue a rilanciare l’occupazione soprattutto di giovani, donne e anziani vengono apprezzate. Ma, in assenza di risorse, si stanno considerando «esperimenti» per il lavoro giovanile. La flessibilità  «anche in uscita» resta in discussione. La Fornero condivide in linea teorica l’importanza di contrastare anche nel mercato del lavoro la corruzione, il nepotismo e l’evasione fiscale per potenziare la competitività . Ma la sua «agenda piena» le fa rinviare gli interventi necessari ad altri membri del governo.
Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni ha apprezzato le indicazioni del ministro e ha chiesto di «collegare la riforma del mercato del lavoro alle altre misure per la crescita». L’ex ministro Cesare Damiano del Pd ha invece criticato «la cancellazione della cassa integrazione straordinaria».


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